ECCO IL GOVERNO DEL PEGGIORAMENTO.

 

L’ANTITALIANO
Gli attacchi a Boeri. La guerra ai migranti. I nuovi leader usano le emoticon, ma calpestano lo Stato di diritto
Gli attacchi al presidente dell’Inps Tito Boeri sono l’esempio lampante di come questo governo non sia affatto il governo dal cambiamento ma, sem mai, il governo del peggioramento, e non perché quello precedente fosse meglio: anzi, è evidente ogni giorno di più come la cattiva politica abbia spa lancato le porte alla pessima politica. Gli attacchi ci dicono anche un’altra cosa: chi resiste utilizzando fatti e nu meri è il nemico ideale per ogni stagione. Sono anni, precisamente dal 2014, che Boeri risponde con fatti e numeri alla propaganda di governo e sono anni che viene “richiamato all’ordine” da chi (prima era Renzi, ora sono Salvini, Di Maio e anche Tria, forse allo scopo di allontanare da sé i sospetti degli altri due) impone uno storytelling che ha poco a che fare con le reali condizioni dei conti pubblici. Uno storytelling fatto di 80 euro e di ponti sullo Stretto di Messina, di reddito di cittadinanza, flat tax, di #ByebyeVita liziDay e nessun #RestitutionDay per la Lega (eppure anche quei 50 milioni di euro potrebbero fare comodo, no?). La narrazione di ieri era l’esortazione illuminista “no ai gufi e agli iettatori” perché l’Italia si sta rialzando; si è visto bene quella arroganza esibita quali esiti, soprattutto elettorali, ha avuto. Segno che le bugie, come ci dicono sin da bambini, hanno le gambe corte. Oggi il racconto della realtà è esemplificato dalle faccine da adolescente con cui Salvini conclude i suoi post e i suoi tweet, di solito un compiaciuto concentrato di ferocia e disprezzo per l’essere umano. Abbiamo lasciato in mare a cuocere sotto il sole, a quasi 40 gradi, 450 es seri umani… ma bastano un sorrisino o una strizzatina d’occhio a rendere i destinatari di quella comunicazione complici e contenti di esserlo. E così, mentre i signori politici credevano, scorciandosi le maniche della camicia e comunicando sui social come fosse ro cittadini comunissimi, di avvicinarsi alle persone, ottenevano il solo risultato di abbassare la politica a feroce barzelletta. Ottenevano il peggiore dei risultati possibili che è poi un ribaltamento di senso rispetto a ciò che De André scrisse in “Bocca di rosa”: la politica ha smesso di sentirsi come Gesù nel tempio, ha smesso di dare buoni consigli e ha iniziato a dare il cattivo esempio. Perché, volen do descrivere questi tempi senza sentirsi oppressi dal fatto di viverli, si potrebbe dire che se fino a ieri si predicava bene e si razzolava male, oggi, scomparsa ogni remora, si agisce ma le e si è fieri di comunicarlo. Con l’aggiunta di una emoticon, poi, anche la crudeltà fa simpatia. Ma mi rendo sempre più conto che, nel voler analizzare ciò che accade, è fondamentale mettere in chiaro il me todo, perché è il metodo a dare la direzione e nella sua individuazione si comprendono anche i peccati originali. Quello del M5S, per esempio, costituisce l’ostacolo principale rispetto alla possibilità di avere oggi voce in capitolo al cospetto di un alleato di governo tanto ingombrante come Sal vini. Esistere solo in contrapposizione a qualcun altro segna il tuo destino sin dal principio: il M5S è perché esisteva la vecchia politica, massimamente rappresentata dal Pd, ma ora che il Pd non esiste più, fanno tenerezza tutte quelle persone che, disorientate, con tinuano a dire “sempre meglio di Renzi”. Isolare una azione politica che ci sembra sbagliata, e criticare chi l’ha commessa, ha senso solo se il nostro punto di riferimento non è una omo loga azione di un governo di segno opposto, non è il predecessore in quello stesso ruolo, ma il rispetto di una serie di regole che riassumerei nel solo concetto di Stato di diritto. Stato di diritto significa tante cose, ma soprat tutto significa arginare ogni possibilità che il potere possa essere esercitato in maniera arbitraria. Immaginate cosa accadrebbe se bastasse una parola e non la flagranza di reato o indagini a far scattare un arresto? È questa arbi trarietà che si sta sempre più facendo largo nel dibattito pubblico ed è a questa arbitrarietà che ci si sta pericolosamente sempre più abituando. Zittire Boeri, zittire chi analizza lo stato dei conti pubblici, zittirlo per mera propaganda e scatenare contro di lui le più feroci sentinelle di questo governo, è un passo ulteriore verso quei regimi liberticidi in cui lo Stato di diritto è solo un lontano ricordo.
L’Espresso. espresso.repubblica.it/