Se il contratto scricchiola

 

L’ex ministro dell’Interno Minniti annuncia la sua candidatura al Congresso Pd negando di essere il candidato renziano: “Basta aristocrazia. La mia sinistra – si legge nel pezzo di ClaudioTito – è per i deboli. Ci proverò con otto parole. In campo ci sono soltanto io. Non ho troppo lodato Matteo quando era al potere, quindi ora non ne devo prendere le distanze”. E al partito dice: “Zingaretti non è un avversario, mai ne parlerò male. Serve un patto: chi vince avrà la collaborazione di tutti”.
Della rivolta dei gilet gialli in Francia ci parla la corrispondente Anais Ginori. Macron viene contestato dagli “ultimi”: duemila raduni e blocchi, scontri, una morta e decine di feriti. Contro il caro-benzina si consuma la protesta di un movimento nato dal basso. Con Le Pen e Mélenchon che tentano di cavalcarlo.
Sul fronte del governo, intanto, il contratto scricchiola. Salvini ammette: “La realtà cambia”, e Conte si erge a garante. La costruzione dei termovalorizzatori – scrive Giovanna Vitale – fa fibrillare ancora l’alleanza giallo-verde. Il ministro dell’Interno insiste nella sua proposta, ma riceve un altro no da Di Maio e Fico. A Palazzo Chigi si cerca una mediazione. E domani il premier e alcuni ministri si recheranno nella Terra dei fuochi.