Continuità a rischio Consob mette Mps nella lista nera

Silvia Ognibene

 

Mps chiude il primo trimestre dell’anno con conti in utile per quasi 120 milioni di euro (nello stesso periodo del 2020 ne aveva persi 239) e un deficit patrimoniale di «solo» un miliardo, conferma che l’aumento di capitale si farà ma non prima della fine del 2021 perché ancora le «interlocuzioni» con la Dg Comp non hanno trovato la quadra. Finché non sarà trovata una «soluzione strutturale», ovvero un partner per la fusione, le autorità europee non concederanno il via libera all’iniezione di ulteriori risorse pubbliche nella banca di Siena che quindi resta in una situazione di incertezza relativa alla continuità aziendale (perché le perdite superano un terzo del capitale), cosa che ieri ha spinto Consob a spostare Rocca Salimbeni dalla lista grigia — dove si trovava dal 2016 — alla lista nera: il Monte dovrà offrire ogni mese aggiornamenti sulla situazione di capitale e sulle misure per mettersi in sicurezza. Nell’illustrare i conti agli analisti ieri l’Ad Guido Bastianini ha spiegato che l’aumento di capitale da 2,5 miliardi slitterà fra la fine di quest’anno e la metà del 2022 perché dovrà essere la Dg Comp ad autorizzare il Tesoro (azionista di maggioranza e garante degli impegni presi con Bruxelles) a usare soldi pubblici per sottoscriverlo: finché le autorità europee non avranno evidenza della capacità della banca di reggersi sulle proprie gambe, non daranno il via libera all’operazione di rafforzamento patrimoniale. Non c’è preoccupazione invece per le conseguenze dell’ennesimo pronunciamento giudiziario a carico dei precedenti vertici di Mps: secondo i periti del Gip di Milano Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori tra il 2012 e il 2015 avrebbero violato la normativa non contabilizzando correttamente nei bilanci rettifiche su crediti per quasi 8 miliardi netti. Bastianini ha detto che gli effetti eventuali «dovrebbero essere trascurabili».

 

 

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