Un Superbonus per salvare le imprese? Dalle categorie economiche sì a Nardella

Il piano del sindaco per aiutare le aziende in difficoltà piace a commercianti e industriali: ” Costruiamo insieme il progetto da proporre a Gualtieri”. Ok anche al bazooka- Bassilichi: taglio agli affitti e stop alle bollette
di Maurizio Bologni
Sì al progetto Nardella: la costituzione di un Fondo Firenze che investa sulle imprese in difficoltà e che sia alimentato dai versamenti di altre aziende e cittadini, a loro volta remunerati con detrazione fiscale e interessi sul modello Superbonus 110%. E sì al bazooka Bassilichi, che chiede immediatamente per decreto il dimezzamento dei canoni di affitto agli esercenti e l’azzeramento di tutte le bollette, con le utility che saranno rimborsate poi dalla pubblica amministrazione. Sì. Lo dicono le categorie economiche degli imprenditori. Ma con qualche distinguo. E soprattutto non confondendo i due piani d’intervento. Di medio- lungo periodo quello di Nardella, di breve e drammaticamente urgente necessità quello di Bassilichi. «Bene la proposta Nardella sul Superbonus per Firenze, vorremmo costruire insieme il progetto da proporre a Gualtieri, ma bisogna distinguere progetti di più lungo respiro come questo da quelli di urgente attuazione » , dicono in proposito Claudio Bianchi e Santino Cannamela, rispettivamente presidenti di Confesercenti Metropolitana e della Città di Firenze.
E su quali siano le misure urgenti, Bianchi e Cannamela non hanno dubbi a rilanciare e dettagliare ulteriormente quelle di Bassilichi. « Servono subito — spiegano — un decreto che imponga un ” Equo Canone Pmi” per la durata di almeno 12 mesi, in cui si preveda il taglio degli affitti con percentuali variabili dal 50 al 75% a seconda della tipologia e collocazione delle attività, e un blocco totale (per tutto il 2021) di scadenze fiscali, tributi locali, gabelle varie e a seguire il loro azzeramento complessivo. Ci sono pochi giorni per invertire la rotta in questa direzione, altrimenti non resterà che chiudere per sempre le nostre aziende». Sulla stessa linea Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze. « C’è la necessità di ribadire forte al governo il bisogno da parte delle imprese di immediati aiuti concreti per superare al più presto questa fase — dice — La proposta di Bassilichi sul dimezzamento dei canoni di affitto è la stessa che come Confartigianato chiediamo da tempo, mentre il piano Nardella può essere il modo per testimoniare il reale attaccamento dei fiorentini all’artigianato del territorio».
Sul Fondo Nardella si esprime il presidente dell’Associazione industriali di Firenze. «Siamo interessati a collaborare fin da subito, è un’idea eccellente e originale, che va tradotta in azione concreta — dice Maurizio Bigazzi — È il momento della coesione. E questa idea si collega molto bene con altri strumenti “di resilienza e di ripresa” già in cantiere, necessari a contrastare la caduta della nostra capacità produttiva: penso al progetto ” Rinascimento Firenze” della Fondazione Cr Firenze e alla necessità di un advisory board per l’attrattività di nuovi investimenti e per il mantenimento di quelli presenti, su cui stiamo lavorando in Confindustria e su cui confidiamo di trovare l’impegno di tutti».
Apprezzamenti, ma anche spunti critici avanza Giacomo Cioni, presidente Cna Firenze Metropolitana. « Non solo quelle ferme ma tutte le imprese devono poter godere dello stop al pagamento delle bollette e di aiuti parametrati sulla diminuzione di fatturato, facilmente accertabile. Per cui stop a tasse, comprese le imposte locali, ma non solo per questo mese: di tasse si può tornare a parlare alla fine del 2021. La riduzione del 50% dei canoni di affitto ” per decreto”, invece, è praticabile solo se a mettere il restante 50% è lo Stato. Le immobiliari, imprese alla stregua di tutte le altre, le tasse le pagheranno in base a ciò che è scritto nei contratti di affitto, non certo in base a quanto riscosso. Il superbonus 110% del sindaco è interessante ma va rimodulato. Strumenti per far debito pubblico, a costo minore, ne esistono già: il Recovery Fund che Firenze dovrebbe riuscire ad aggiudicarsi con un progetto specifico per le imprese della città metropolitana. Altri sostegni dovrebbero inoltre essere individuati in contributi di solidarietà da parte di chi non è stato minimamente toccato dalle ripercussioni economiche della pandemia, anzi, tutt’altro: commercio elettronico e Gdo. Aggiungo due nervi scoperti non toccati dai due, mutui e cassa integrazione: occorre rinegoziare i prestiti e che agli artigiani arrivino i soldi della Cig fermi a giugno».
Firenze – la Repubblicafirenze.repubblica.it