Toscana post virus, 775 milioni sul piatto I paletti Pd: sanità territoriale e digitale

Giani presenta il Piano regionale di sviluppo 2021-2025. «Le grandi opere servono, lo Stato si muova»

Mauro Bonciani

 

L’apparente contraddizione tra Toscana coesa e Toscana diffusa è al centro del Piano Regionale di Sviluppo 2021-2025, l’atto di indirizzo di tutte le politiche e priorità regionali, presentato ieri dal presidente della Regione, Eugenio Giani, al Consiglio regionale con un’informativa di 55 pagine che è il primo passo del documento strategico per disegnare appunto «una Toscana coesa e diffusa».

Giani ha parlato a braccio, senza seguire il dettaglio del testo, i 27 progetti regionali, le strategie trasversali, le sette aree tematiche per lo sviluppo, i 15 obiettivi strategici, tutti all’insegna del «un messaggio positivo e di speranza per le linee per la ripartenza della nostra Regione». «L’uscita dalla crisi può rappresentare un’occasione per ripensare i modelli con i quali abbiamo convissuto fino ad ora, verso una crescita sostenibile che incorpori la lotta alle disuguaglianze, l’inclusione sociale, la transizione ecologica e la rivoluzione digitale», si legge nelle premessa e Giani ha sottolineato: «Siamo ad un passaggio senza precedenti, l’approvazione del Piano Regionale di Sviluppo, Prs, si intreccia infatti al Pnrr e ai fondi dell’Unione Europea 2021-2017, con risorse eccezionali; un piano straordinario di contributi e interventi che si basa su tre assi di transizione: ambientale, digitale e sociale». Un motore di ripresa, che coinvolgerà nella concertazione anche i territori, come ha chiesto il Pd in una mozione, e che è legato al Pnrr e alla sua attuazione e alle esigenze post pandemia, come una sanità più territoriale e servizi e pubblica amministrazione più digitale col 5G.

Il documento parte dell’analisi dell’impatto della pandemia — per far fronte all’emergenza derivante nel 2020 la Regione Toscana ha riprogrammato fondi per 264,7 milioni — e spiega che per adesso sono disponibili per il Prs oltre 775 milioni per il 2021-23, senza contabilizzare il Pnrr che dovrebbe dare alla Toscana 10 miliardi di euro. Tra gli obiettivi strategici, una connettività veloce per tutti, innovazione tecnologica nel pubblico e nel privato, valorizzazione del patrimonio culturale, decarbonizzazione ed economia circolare, rendere resilienti comunità e territori, tutela del paesaggio, sviluppo della mobilità sostenibile, ed ampio spazio è dato alle infrastrutture e alla sanità. E per la prima volta ci sono progetti specifici su aree precise come Lunigiana, Garfagnana, Val di Chiana, Maremma, e Mugello.

«Serve una visione strategica per la legislatura e la ripresa — ha detto il governatore Giani — e il piano va approvato entro settembre-ottobre. Il rilancio deve puntare a eccellenza, connessione e solidarietà, in una regione coesa e connessa, valorizzando la Toscana diffusa, la coesione tra le città ed i borghi, tra mare e montagna, delle conurbazioni urbane e dove la densità abitativa è più ridotta. Coesa e solidale anche con i deboli».

Giani poi ha insistito sulle grandi opere — «Per far sì che la Toscana sia pronta per la ripartenza occorre un sistema infrastrutturale adeguato, dalla Tirrenica, alla ferrovia, dal sistema autostradale ad i porti, alle tramvie e lo Stato deve fare la propria parte» — e sulla sanità ha sottolineato: «Rafforzeremo la medicina generale e vogliamo triplicare le case della salute, rispetto al numero di ospedali, e portarle ad almeno 120, nonché puntare sulla tecnologia e sui progetti di telemedicina. Mettendo in sicurezza anche gli ospedali e investendo ancora sulla ricerca». In aula poi è seguito il dibattito, con l’opposizione che ha bocciato il testo come troppo generico — «È un libro dei sogni», ha detto Casucci (Lega); «Non c’è nulla di nuovo, nessuna discontinuità», ha affermato Galletti (M5S); «Siete troppo dipendenti dal Pnrr e da cosa deciderà l’Europa» ha sostenuto il gruppo di Fdi — e gli ordini del giorno collegati.

 

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