Proteste sul piano rifiuti il Pd è diviso, critiche da Iv ma Giani non scarica Monni

L’assessora ha anticipato la bozza per i nuovi impianti di smaltimento senza precisare dove saranno localizzati. Spaccati anche i sindacati
Piano rifiuti, il Pd si spacca e spunta l’idea di un gran conclave per sedare le proteste ed evitare la rottura totale. Ma è caos anche nel resto del centrosinistra. Italia Viva si rivolta attaccando la giunta Giani. Anche la sinistra di Articolo 1- Mdp dissente e protesta. E si dividono pure i sindacati. La Cgil apprezza: «Premesse del piano positive, bene che si escluda il ricorso ai termovalorizzatori. E positivo anche che per la localizzazione degli impianti si condividano le scelte coi territori» osserva Maurizio Brotini. All’opposto la Cisl: «Indicazioni poco chiare e in contraddizione, serve un tavolo». Intorno alla bozza dell’atto regionale che già da due giorni agita le categorie economiche, da Confindustria e Cna a Confartigianato, ora scoppia il caos. « Tutto sbagliato, dovranno tornare indietro » tuonano larghi pezzi di Dem, infuriati per la svolta anti termovalorizzatori e ancor più per la decisione anticipata a Repubblica dall’assessora all’ambiente Monia Monni di non localizzare i nuovi impianti per lo smaltimento, demandando alle proposte dei gestori la fase preliminare della pianificazione. Consiglieri regionali e sindaci, consiglieri e parlamentari, tanto dell’area riformista quanto della sinistra, attaccano e criticano, sebbene senza esporsi. Ma c’è chi difende il progetto: « Monni vada avanti, finalmente una strategia ai massimi livelli tecnologici ed ecosostenibili per gli indifferenziati. E bene anche l’idea di non calare dall’alto le scelte andando incontro ai territori», apprezza il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini. Forse già per la prossima settimana la segretaria regionale Pd Simona Bonafè – non particolarmente convinta della bozza del piano Monni e contrariata per la mancata condivisione preliminare dell’impostazione con gruppo regionale e partito – sta pensando di convocare una direzione regionale ad hoc dove invitare i sindaci per affrontare il problema. «Giani ha stoppato Monni dicendo che del piano non si discuterà prima di ottobre » , osservano in tanti nel Pd ieri dopo aver letto La Nazione che racconta di un governatore ” arrabbiato”. Ma la versione di un disaccordo con l’assessora è smentita da Giani, che ai suoi spiega di aver condiviso l’impostazione del piano, precisando solo che i tempi dell’approvazione non sono immediati e che la discussione è appena iniziata. Non un freno insomma, garantisce il governatore. Ma nel Pd si annuncia battaglia. «Siamo sicuri che la termovalorizzazione vada accantonata? E sicuri sicuri di poter trasformare i rifiuti urbani in speciali per fare gli impianti di Css?» si domandano in Consiglio regionale i Dem. « Io sono a favore della tecnologia Css, a basse emissioni di Co2 e che produce idrogeno, metanolo e vetro tutto vendibile. Si tratta di una vera rivoluzione» rivendica Tambellini. I renziani di Italia Viva non ci stanno: « Senza impianti i rifiuti non spariscono. Chi governa deve prendere decisioni con responsabilità e chiarezza » chiede il deputato Gabriele Toccafondi. « Idea di Monni irricevibile. Non sarà più la Regione a stabilire quanti e quali impianti vanno fatti ma il mercato. Fine del ruolo di programmazione della Toscana» protesta Simone Bartoli di Art 1- Mdp. — e.f.
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