“Orrori nei campi libici, Europa complice”.

ROMA.
È un infinito campionario di orrori documentati quello che Medici senza frontiere ha portato a Bruxelles a corredo di una accusa pesantissima: «Ogni nazione che sta consentendo il respingimento delle persone in Libia è complice di gravissimi abusi su esseri umani». Joanne Liu, presidente internazionale di Msf, è appena tornata dalla Libia. Insieme a Loris De Filippi ha firmato una lettera aperta di denuncia ai leader europei.
«Quella che ho visto in Libia è la forma più estrema di sfruttamento degli esseri umani basata sul sequestro, la violenza carnale, la tortura e la schiavitù e i leader europei sono complici dello sfruttamento mentre si congratulano del successo perché in Europa arriva meno gente», è il durissimo atto d’accusa della Liu che ha visitato un centro di detenzione ufficiale a Tripoli. «La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è marcia fino al midollo. Va chiamata per quello che è: una fiorente impresa del sequestro di persona, della tortura e dell’estorsione. Ed i governi europei hanno scelto di tenere la gente in questa situazione. La gente non può essere riportata indietro in Libia, nè può essere rinchiusa lì».
I centri in cui vengono ammessi gli osservatori internazionali sono quelli controllati dal governo, in quelli delle milizie il livello di violenza e di terrore è talmente alto che chi vi è rinchiuso difficilmente parla con i visitatori. «Mi sussurravano: “Tirami fuori da qui”. Ho ascoltato storie che mi tormenteranno per anni. Storie di una donna incinta costretta a stare in piedi nel mezzo del cortile su un solo piede, sotto il sole fino a quando cadeva a terra stremata — racconta Joanne Liu — o quella di un uomo appeso con le mani in alto, picchiato di fronte a tutti e poi dopo hanno preso sua moglie che era incinta e l’hanno stuprata. Sapendo cosa accade si continuano a costruire politiche che stanno intrappolando le persone in questo incubo».
Tra i capi di governo, solo Gentiloni risponde: «L’allarme umanitario lo condividiamo ed è uno dei nostri impegni maggiori da molto tempo. Ma nessuno metta in contraddizione questo impegno con quello per contrastare i trafficanti di uomini e ridurre i flussi perché queste cose devono procedere insieme».
Prova a rassicurare Msf Catherine Ray, portavoce dell’Alto rappresentante Federica Mogherini: «Non siamo ciechi, la commissione europea è consapevole che le condizioni di vita nei campi sono scandalose e inumane. Siamo coinvolti e vogliamo cambiare la situazione. La priorità di Msf e della Ue è la stessa: salvare le vite, proteggere le persone e spezzare il business del traffico di esseri umani ».
( a. z.)
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/