Biotestamento alla meta regge l’asse Pd-5Stelle cattolici divisi sulla piazza.

Annalisa Cuzzocrea Paolo Rodari,
Roma
Fila tutto talmente liscio che alla fine i 30 voti segreti annunciati diventano 15 e i senatori si allontanano senza ansie per fare una pausa o mangiare un panino. L’asse Pd- M5S, la scarsa belligeranza del centrodestra e le divisioni all’interno del mondo cattolico spianano la strada al testamento biologico. Per la prima volta, in fatto di etica e diritti, il Parlamento non sembra preda di una guerra di religione come fu in passato sulla stepchild adoption all’interno delle unioni civili, e ancor prima sui “dico” e sulla fecondazione assistita.
Le dichiarazioni di voto finali saranno stamattina alle 9 e mezza. Entro mezzogiorno, l’Italia avrà una legge che garantisce ai malati di poter disporre dei momenti finali della loro vita accettando o negando il consenso a un determinato tipo di cure, finanche all’idratazione e all’alimentazione artificiali. Potranno farlo attraverso le “ dat”, le disposizioni anticipate di trattamento. Grazie a un fiduciario cui le affideranno se non saranno più in grado di dire cosa ritengono meglio per sé. In un’«alleanza terapeutica » tra medico e paziente che la legge declina senza concedere “obiezioni di coscienza”.
A sera — dopo un’opposizione tanto strenua quanto vana — Maurizio Gasparri sbotta contro il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, che ha condotto l’aula senza permettere dilazioni (pur essendo la Lega contraria a questo testo): « Non faccia il giannizzero in questa vicenda…». Come dire, non faccia il “ bravo” della maggioranza. Non portano a nulla i toni accesi, la forzista Maria Rizzotti che dice ai senatori «quel ragazzo che un giorno non sarà curato in un pronto soccorso potrebbe essere vostro figlio». Carlo Giovanardi che evoca l’eugenetica nazista e Gasparri che passa direttamente dalla « deriva eutanasica » all’ « omicidio di Stato » . Emilia De Biasi, pd, relatrice della legge in commissione, richiama al principio di realtà: « Io rispetto tutte le opinioni, ma chiedo ai colleghi di leggere il testo quando si emenda, che bisogno abbiamo di instillare il sospetto che ci siano medici assassini? Sinceramente mi sembra troppo».
La verità è che il mondo cattolico è diviso ( i cattodem hanno annunciato voto favorevole dicendo chiaro che il ddl evita tanto l’accanimento terapeutico che l’eutanasia). Nessuno all’interno della Conferenza episcopale italiana è disposto ad appoggiare battaglie di piazza come ai tempi di Camillo Ruini. Il no resta confinato in alcuni settori, tra cui il giornale dei vescovi Avvenire: «Siamo contro l’eutanasia e contro l’accanimento terapeutico — dice il direttore Marco Tarquinio — ma siamo contrari a questa legge perché è costruita con un difetto di fondo, quello di rendere conflittuale il rapporto medico-paziente, rompendo l’alleanza terapeutica. Si genereranno tanti contenziosi davanti ai giudici nei quali, a differenza del caso “ Charlie Gard”, saranno i genitori a dire ai medici cosa fare». Di diverso avviso l’ex senatore pd e costituzionalista Stefano Ceccanti, che dice: «Il testo ci sembra equilibrato e in sintonia col Papa » . Francesco intervenne poco meno di un mese fa, in un messaggio alla Pontificia Accademia per la vita guidata dall’ex padre spirituale di Sant’Egidio Vincenzo Paglia, dicendo che «evitare l’accanimento terapeutico non è eutanasia » . Che fosse o meno un endorsement alla legge, le sue parole hanno dato coraggio ai promotori del testo.
E se fra la base dei cattolici c’è chi sta provando a protestare usando il vecchio metodo della battaglia di piazza, in molti, anche contrari, dicono “ no”. In favore della discesa in piazza ci sono sostanzialmente solo i promotori del Family Day. Mentre si smarcano varie sigle tra cui il Movimento per la Vita Italiano, che nega la sua partecipazione a qualsiasi manifestazione indetta. Già allo scorso Family Day del 2016, del resto, molti movimenti ecclesiali che nel 2007 occuparono piazza San Giovanni a Roma ( per protestare contro i “ Dico”, le unioni civili del governo Prodi) si tirarono indietro. C’erano esponenti dei Neocatecumenali, qualche ciellino, ma la maggior parte dei movimenti ( Comunione e liberazione compresa) non aderì.
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/