«Non si sa dove andiamo» Le accuse di Grillo al Movimento

MILANO Padre nobile sì, ma anche e soprattutto coscienza critica. Beppe Grillo irrompe sulla scena politica a oltre un mese dal monologo show al Circo Massimo per la kermesse Italia 5 Stelle e lo fa rimarcando, appunto, il suo ruolo. Il garante del Movimento interviene sul blog con un video sulla tecnologia e il futuro per poi scivolare nella politica e lanciare una stoccata, che travalica il senso della «solita» provocazione: «Arriveremo a non capire più chi siamo, dove siamo e cosa facciamo: è esattamente quello che sento io oggi nella politica italiana — dice Grillo —. Non sappiamo dove andiamo, cosa facciamo e cosa stiamo pensando. Aspettiamo questo Godot…».

Parole che suonano come un segnale a tutto il mondo della politica e che toccano più o meno direttamente anche il governo e il Movimento. Non un attacco ad personam, però. Anzi. Il leader, confessa chi ha avuto modo di sentirlo nelle ultime settimane, lamenta una certa insofferenza per la «confusione» in seno ai pentastellati, ma rimane saldo il suo appoggio a Luigi Di Maio. E a testimoniarlo c’è un post del 30 novembre in cui il fondatore del Movimento «sposa» la linea del capo politico nel Lazio, chiedendo di sostenere la sfiducia a Zingaretti: «Mi associo alle parole di Luigi Di Maio», scrive Grillo. Che poi invoca l’unità: «Il #M5S ha annunciato che avrebbe votato la sfiducia come è giusto che sia. L’Elevato consiglia di votare tutti compatti! Sfiduciate la fiducia o fiduciate la sfiducia o l’Elevato non avrà più fiducia».

E appunto le divisioni interne, ma anche le posizioni un po’ meno decise su alcune battaglie storiche dei Cinque Stelle avrebbero alimentato i malumori del garante, tirato ancora per la giacca da alcuni big Cinque Stelle. «Beppe è sempre con noi e molto attento a quello che facciamo», dicono nel Movimento. Il fondatore sul suo blog si mantiene garante dell’ortodossia anche pubblicando «editti» tra il serio e il faceto in cui si ricalcano i valori e le linee battute nei comizi: dal ruolo della tv pubblica alla lotta a chi si arricchisce con la politica.

Non so se questo sviluppo frenetico, tecnologico e scientifico ci cambierà. Arriveremo a non capire più chi siamo e che cosa facciamo: esattamente quello che sento io nellapolitica italiana

Grillo, però, nel video di ieri cerca di stemperare l’affondo con una battuta: «Grazie a tutti… non ho capito cosa ho detto ma è lo stesso…». Si tratta della seconda provocazione che tocca l’esecutivo da parte dei «padri» pentastellati: nei giorni scorsi il padre di Alessandro Di Battista, Vittorio, aveva utilizzato l’ironia per criticare l’operato del governo gialloverde. «In soli sei mesi», aveva scritto, elencando una serie di misure mai realizzate dal governo, «abbiamo rivoltato il Paese da così a così».

Intanto, arrivano buone notizie per il garante M5S dal fronte giudiziario. La Corte d’Appello di Torino ha dichiarato la prescrizione di un reato attribuito a Grillo durante una visita in Val di Susa, nel 2010, ai No Tav. Si trattava della violazione dei sigilli apposti dalle autorità a una baita-presidio. Nel 2014, in primo grado, l’allora capo politico del M5S era stato condannato a quattro mesi di reclusione senza condizionale.

 

Fonte: Corriere della Sera, https://www.corriere.it/