Gli amorosi sensi sulla prescrizione sono noti: da settimane i renziani rigettano ogni mediazione su eventuali modifiche ai termini del processo, votando insieme al centrodestra emendamenti e proposte contro la legge Spazzacorrotti. Sul tema gli schieramenti sono allineati anche in Regione Lombardia, dove dieci giorni fa Lega, Forza Italia, FdI e Italia Viva hanno votato un ordine del giorno per sollecitare il Parlamento a intervenire sul tema prescrizione. Operazione del tutto inutile dal punto di vista pratico, non muovendosi certo il Parlamento in base alle sollecitazioni della Regione Lombardia, ma utile almeno a fotografare una volta in più le alleanze sul tema.D’altra parte ormai Renzi e Salvini hanno preso l’abitudine di darsi ragione. In autunno hanno condiviso la trincea contro la plastic tax che il governo – o per lo meno, il resto del governo – voleva inserire in manovra per disincentivare l’utilizzo di quel tipo di imballaggi e promuovere materiali green.

Comunione di intenti anche sul carcere agli evasori, altra bandiera del Movimento 5 Stelle. Dopo che la Lega aveva fatto di tutto per evitarne l’entrata in vigore durante il governo gialloverde, ora è il turno di Italia Viva. Nel dicembre scorso in Commissione finanze i renziani hanno infatti votato contro l’inasprimento delle pene voluto dalla maggioranza, proprio mentre il centrodestra abbandonava i lavori. Tutti allineati all’ordine di Salvini, secondo cui “l’evasione non si sconfigge con le manette ma abbassando le tasse”. E a proposito di tasse, altra vicinanza recente tra i due Matteo è l’opposizione comune alla stretta sugli affitti breve – la cosiddetta Norma su Airbnb – voluta dal dem Dario Franceschini, costretto però a rimandare il tutto proprio per le bizze degli alleati, seguiti in coro dalla Lega.

Di appena due giorni fa è invece il brindisi verde-fucsia in Toscana. Tema: sicurezza nelle città. Qui i consiglieri renziani hanno presentato un ordine del giorno per portare in Regione quel che la Lega aveva già approvato a Cascina, Comune pisano a lungo guidato dall’eurodeputata Susanna Ceccardi. La proposta prevedeva di integrare il servizio di polizia pubblica con l’uso di vigilantes privati, importando così un modello simil-ronde. Solo l’uscita dall’Aula del Pd, che poi ha mediato coi presunti alleati forzandoli a ritirare il provvedimento, ha evitato la crisi di maggioranza.

E chissà invece come andrà in Puglia, dove tra qualche mese si vota per le elezioni Regionali. Il Pd ha scelto di candidare l’uscente Michele Emiliano, ma Italia Viva non ci sta: ha boicottato le primarie e ora minaccia di presentare un proprio candidato che dunque toglierà voti al favoritissimo governatore dando speranza al centrodestra.

Ma manovre politiche sono in corso anche in altre parti d’Italia. A Teramo il sindaco di centrosinistra Gianguido D’Alberto potrebbe perdere presto l’appoggio dei renziani, che l’altro giorno hanno già dato dimostrazione visiva della crisi sedendosi per un po’ tra i banchi dell’opposizione. Nelle Marche, invece, l’ambiguità di Italia Viva si è resa palese ieri: per qualche ora ha circolato sui social un post con tanto di logo del partito che criticava il presidente dem della Regione Luca Ceriscioli, reo di aver assunto un collaboratore a pochissimi mesi dalla scadenza del mandato. La polemica, come ovvio, è stata cavalcata dalla destra, che poi ha pure infierito sui guai della maggioranza sottolineando come il post di Italia Viva fosse stato poi rimosso: “Italia Viva nelle Marche è ancora maggioranza?”. Suggerimento: magari ne sogna una alternativa.