Le ragioni di una richiesta

di Pierluigi Piccini

 

La richiesta di un consiglio comunale aperto è il tentativo di trovare il luogo della cooperazione fra soggetti diversi e diversamente interessati, dipendenti, clienti e l’indotto economico. Il Comune come la sede della regia di una azione “vera”.

Lo sciopero del sindacato è un primo momento, importante, di avversione all’ipotesi della soluzione UniCredit per diverse questioni alcune delle quali le diremo più avanti. L’azione dell’istituzione non potrà però essere l’unica e da sola non potrà essere esaustiva se non accompagnata da un movimento sociale che faccia parlare di se, azione che non possa essere trascurata da chi di dovere. Penso ad esempio alla chiusura solidale dei negozi che coinvolga le associazione dei consumatori, la Confindustria Toscana e via discorrendo per non fare l’elenco. senza escludere la possibilità di azioni concrete e di merito, come degli esposti.

Vediamo:

  1. Banca d’Italia e il Tesoro autorizzarono un’operazione (acquisto di Antonveneta) senza due diligence e le relative responsabilità. 
  2. Lo Stato e le istituzioni tecniche preposte al salvataggio hanno mal gestito predisponendo e approvando, con il management di turno, i piani  di ristrutturazione non efficaci.
  3. Dopo circa 10 anni di gestione dello Stato la situazione è peggiore di quando ha iniziato (volumi di affari e depositi persi per decine di Miliardi). Stato che ha avuto il ruolo di gestore e di controllore esprimendo tutti i ruoli preposti alla vigilanza. Verificare se ci sono delle illegalità. 
  4. A questo proposito il ruolo dell’ex ministro dell’Economia Padoan che nella vicenda Monte entra prima come ministro, poi come eletto nel collegio di Siena e ultimamente come presidente di Unicredit. E comunque il MPS poteva essere salvato mantenendo la sua identità, effettuando la pulizia effettiva dei bilanci. Il nuovo aggravio per lo Stato e i contribuenti per “consegnarla” (o meglio regalarla) ad Unicredit sarà di svariati miliardi che non corrispondono ad una perdita gestionale realizzatasi nel 2020/2021 ma sono l’ulteriore tardivo write-off (svalutazione) del portafoglio crediti. Perché si è aspettato tutto questo tempo?  Sono assets decotti da molti anni. Si poteva e si doveva fare ben prima (peraltro i bilanci sarebbero stati così veritieri). È materia tutta da approfondire che potrebbe avere risvolti pesanti e soprattutto si sarebbe potuto avere un MPS pulito almeno 5 anni fa con un vero Restructuring industriale ed oggi con un valore economico tangibile. 
  5. È da tener presente che nei bilanci di MPS ci sono circa 4 miliardi di euro di cosidette DTA di cui il compratore potrà beneficiare totalmente.
  6. E’ palese che cosi come stanno prendendo corpo gli atti si voglia “affogare” il MPS in Unicredit, usando circa 10 miliardi di risorse pubbliche per estrarre una good bank e non parlarne più.
  7. Le mancanze commesse da chi sarebbe dovuto intervenire: dalle modalità di acquisto di Antonveneta, alle manovre di bilancio improprie per non penalizzare il conto economico prima della proprietà in mano allo Stato, alle mancate e intempestive svalutazioni dei crediti da quando lo Stato è proprietario, alla mancata ristrutturazione completa ed efficace che oggi avrebbe consentito sia la continuità di MPS sia una eventuale fusione tra pari. 

Si faccia la good bank davvero e completa- se si vuole fare per Unicredit- e la si metta sul mercato per verificare anche altre progettualità senza trascurare la possibilità di dar vita in modo economicamente assennato e non visionario ad alcune opzioni possibili. La bad bank comunque non può avere un atteggiamento liquidatorio per le persone che lavorano in MPS e che oggi sono in esubero per le omissioni compiutesi negli anni, ci vuole progettualità per i soggetti diretti e indiretti che gravitano sul MPS e per i Clienti.

È il momento e forse siamo ancora in tempo, della sintesi fra le varie parti coinvolte con atteggiamento determinato, risoluto facendo tutto il possibile per contrastare l’atteggiamento di alcuni burocrati responsabili per quanto silenziosi.