Le lotte fratricide a sinistra

Editoriale tratto da Il Corriere della Sera a firma Paolo Mieli

Il Partito democratico è vittima di scissioni e rivolte che ricordano conflitti più antichi, che erano figli però di visioni ideologiche che oggi non hanno più senso

Doriano Solinas – Corriere della Sera

Oggi si riunisce la direzione del Pd e riprende la navigazione della sinistra italiana verso l’ignoto. La rotta indicata dal nocchiero Matteo Renzi non è chiara; il bastimento ha recentemente urtato contro qualche scoglio e, il 4 dicembre scorso, contro un iceberg, ma è ancora a galla. La ciurma rumoreggia com’è avvezza a fare ormai da decenni. Alcuni tra gli ufficiali in seconda appaiono dediti ad organizzare (ognuno per conto proprio) la prossima sedizione. Forse Dario Franceschini e Andrea Orlando, gli ultimi ad aver lanciato la sfida al capitano, nella giornata di oggi fingeranno di riappacificarsi con lui. Ma si tratterà, appunto, di una finzione, di una sosta lungo un itinerario che è già segnato.

E che conduce all’ennesima rivolta. Come fu del resto per i loro predecessori, tutti, nessuno escluso. È il destino di questo partito: non fa in tempo a subire una defezione che c’è già qualcuno pronto a prendere il posto di coloro che se ne sono andati. Raccogliendone le bandiere e facendone proprie le argomentazioni. Anche a costo di entrare in palese conflitto con quel che i nuovi riottosi avevano fatto e sostenuto fino a qualche ora prima. Ai fuorusciti non tocca miglior sorte: le acque in cui si trasferiscono con le loro scialuppe appaiono tutt’altro che tranquille. Dopo un po’ salgono su nuovi bastimenti in cui c’è un’atmosfera strana: quelli che non si erano mai imbarcati sulla nave da cui loro provengono non sembrano entusiasti — eccezion fatta per i più cinici — all’idea di accogliere a braccia aperte coloro che se ne sono allontanati nella penultima e nell’ultima ora.

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