Un quadro, una notte. Come in guerra

Articolo tratto da Corriere Fiorentino di Edoardo Semmola

L’ex presidente dell’Accademia Franco Scaramuzzi e il ricordo della bomba ai Georgofili: «Sono al vostro fianco nel crowdfunding per restaurare il dipinto ferito dalla mafia»

I soccorritori al lavoro la mattina del 27 maggio 1993 in via dei Georgofili

«Era appena passata l’una, dormivo tranquillamente a casa, mi sveglia la telefonata di un mio ex studente che abitava lì vicino: “è successo qualcosa di grave”. Già, ma cosa?». Franco Scaramuzzi era presidente dell’Accademia dei Georgofili dal 1986 e lo rimarrà per 30 anni. «Chiamo l’Accademia — prosegue il ricordo — ma il telefono

non funzionava. Allora telefono aLa Nazione, ma neanche loro sapevano niente. Monto su un taxi al volo che mi lascia in piazza della Signoria. Trovo tutto bloccato dalle auto di polizia e pompieri. Mi fermano, mi qualifico e mi lasciano passare. Di fronte al disastro scorgo il giovane Eugenio Giani che mi fa da scorta, mi accompagna alla porta e ci troviamo di fronte le fiamme ancora alte che uscivano da un appartamento in via dei Georgofili, un cumulo di macerie, la torre svuotata. Dall’odore che emanava il fuoco, il gas, rimanemmo allibiti. Sapevo che il custode e la sua famiglia il giorno prima erano andati fuori città. Ho pregato invano che non fossero ancora tornati».

In quel momento «a tutto pensavamo fuorché ai quadri» ma oggi, 24 anni dopo, anche Scaramuzzi abbraccia la campagna di crowdfunding lanciato da Gallerie degli Uffizi, Corriere Fiorentino e Banca Federico Del Vecchio ( Gruppo Ubi Banca) per il restauro de I giocatori di carte di Bartolomeo Manfredi, l’ultimo quadro rimasto da recuperare dopo lo scoppio dell’autobomba: «Sono al vostro fianco».

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