Democristiani, berlusconiani, ex finiani e persino qualche leghista. L’eterna illusione del grande centro consente a Matteo Renzi e alla sua Italia Viva di raggranellare adesioni da più parti, destra compresa, rinunciando a ogni imbarazzo in nome del sogno moderato pronto ad accogliere chiunque non gridi e sappia stare composto a tavola, come vuole la retorica opposta ai barbari politici di oggi. Ecco che allora l’elenco dei coordinatori provinciali del nuovo partito, appena pubblicato online, contiene parecchi nomi con una storia politica ben diversa dal centrosinistra.Quasi nessuna Regione fa eccezione. In Lombardia, per esempio, c’è spazio per due ex forzisti. A Pavia è referente Gianpietro Pacinotti, la cui biografia sul sito di Italia Viva si premura di far sapere che è “appassionato di musica e ciclismo su strada”, ma soprattutto che fino al 2015 è stato consigliere comunale a Vigevano con Forza Italia restando anche assessore al bilancio per dieci anni. A Varese c’è poi Annalisa Renoldi: l’ultima sua casacca era stata quella di +Europa, ma in precedenza aveva militato pure in Scelta Civica e in Forza Italia.

Anche in Toscana il fu Giglio Magico deve abbracciare il sostegno del centrodestra. A fare da regista c’è lo storico deputato forzista Gabriele Toccafondi, a cui si sono uniti diversi democristiani – su tutti Francesco Grazzini, il cui padre Graziano è stato conosciutissimo esponente locale di FI e Comunione e Liberazione – e qualche civico di destra. Antonio Longo, coordinatore a Prato, viene dall’Udc e da Energie per l’Italia, il movimento fondato da Stefano Parisi. A Massa, Italia Viva sarà invece guidata da Eleonora Lama, per un anno assessore alla Cultura della giunta leghista di Francesca Persiani e silurata per una controversa mostra a Palazzo Ducale che conteneva un’opera con un Cristo in versione Lgbt.

In Sicilia, invece, la pesca è soprattutto tra gli ex Alleanza Nazionale. A Catania, Renzi si affiderà a Puccio La Rosa: a lungo fedelissimo di Gianfranco Fini, fu consigliere comunale in città per il Pdl per poi essere candidato in Regione e alla Camera con Futuro e Libertà, il tentativo scissionista dell’ex presidente della Camera dopo la rottura con Berlusconi. Con La Rosa ci sarà Serafina Perra, assessore alla provincia catanese durante l’amministrazione di Raffaele Lombardo e già commissaria locale dell’Udc. Un’altra finiana era invece Maria Rita Picone, coordinatrice di Italia Viva a Palermo e a lungo consigliera nel Comune di Carini per Alleanza Nazionale.

Col centrodestra ha amministrato anche Maurizio Cerniglia, esponente centrista e riferimento renziano a Carbonia Iglesias, in Sardegna, dove è stato anche vicesindaco e membro dell’ufficio di gabinetto dell’assessorato all’Industria durante la presidenza di Ugo Cappellacci.

Acqua passata. E il discorso vale anche per Francesco Viapiana, responsabile del partito a Catanzaro. La sua biografia online passa quasi inosservata: “In passato ha fondato un Circolo della libertà e ne è stato coordinatore provinciale”. Detta così sembra un qualsiasi dopolavoro, invece si tratta di una delle articolazioni territoriali dell’associazione nata nel 2006 e gestita dalla forzista Michela Vittoria Brambilla in sostegno di Silvio Berlusconi.

Vicino al centrodestra è stato anche Luciano Marinucci, riferimento di Italia Viva a Chieti: nel 2016 ha vinto le elezioni per il Comune di San Giovanni Teatino correndo con una civica avversaria di Pd e Movimento 5 Stelle. Ancor più esplicito il passato di Cinzia Mastantuono, oggi coordinatrice renziana a Benevento: basta una rapida ricerca su Google per trovare i suoi manifesti elettorali in sostegno di Stefano Caldoro, ex presidente della Regione Campania in quota centrodestra. Correva l’anno 2010.

A Isernia c’è poi Giulia Di Silvestro, che della vicinanza a Forza Italia ha fatto per qualche tempo un mestiere: “Ha collaborato – si legge sul suo profilo – con Forza Italia Molise per la comunicazione istituzionale”. La storia del coordinatore di Trento Roberto Sani si intreccia invece con quella dell’onorevole Donatella Conzatti. Insieme hanno militato a lungo nell’Unione per il Trentino, partito autonomista riconducibile al centrosinistra; poi, due anni fa, il passaggio al centrodestra e l’elezione in Senato della Conzatti nel gruppo di Forza Italia. Fino alla nuova folgorazione renziana, valida naturalmente per entrambi in fede alla storica simbiosi politica.

Ma il vero manifesto di Italia Viva arriva piuttosto dal Veneto. A Rovigo la responsabile scelta da Renzi si chiama Arianna Corroppoli, imprenditrice con un passato da leader di Forza Italia nel Comune di Adria. Con suo grande rammarico, in queste settimane la Corroppoli ha dovuto prendere atto che la separazione renziana dal Partito democratico non avrebbe significato l’agognata fusione con il partito azzurro: “Ho sperato che Silvio Berlusconi in primis, insieme all’elettorato di Forza Italia, si spostasse in Italia Viva il giorno successivo alla scissione, abbandonando la condizione di rimanere all’ombra della Lega”.

Per il momento il sogno è sfumato, ma dando un’occhiata alla compagnia, la Corroppoli potrebbe comunque sentirsi a casa.