Il palco c’è e si vede sul web

Brevi performance in video da lanciare sulla rete anche grazie ai social L’idea di due attori toscani è già stata accolta da artisti e teatri
di Fulvio Paloscia
Lo ha inventato il Teatro di Rifredi, l’hashtag #ilteatrononsiferma. La scritta, su fondo giallo, che ha fatto il giro dei social per esaltare la resistenza di palcoscenici nell’era del coronavirus, sembra risalire a un secolo fa. Eppure è da pochi giorni che i sipari sono calati su un macabro silenzio. Ma il teatro e la musica dal vivo non devono, non possono morire. E proprio per rivendicarne la necessità, gli attori toscani Fabrizio Checcacci e Lorenzo Degl’Innocenti hanno trasformato quello slogan in un evento sui social e su web: #ilteatrononsiferma diventa una pagina Facebook, un profilo Instagram, uncanale Youtube e un sito (www.ilteatrononsiferma.it) dove i loro colleghi sono invitati a postare brevi performance per tener desta l’attenzione sui teatri, ma anche per portare sorriso e distrazione alla reclusione obbligata. «Non è bello vedere annullare, da un giorno all’altro, un’intera tournée – racconta Checcaci, cantante e organizzatore oltre che attore: in questi giorni avrebbe dovuto portare in giro per l’Italia Opere complete di Shakespeare in 90 minuti proprio con Degl’Innocenti e con Roberto Andrioli – A noi è successo mentre eravamo nella zona rossa, in Lombardia. Un fulmine che ci ha fatto riflettere su come avremmo potuto trasformare una situazione così infausta in un progetto positivo e propositivo». Si sono subiti rivolti a Rifredi per inventare qualcosa insieme sotto l’egida di #ilteatronsiferma «ed è stato Giancarlo Mordini della compagnia Pupi e Fresedde e mettere sul tavolo l’idea di una rete: di attori, ma anche di sale. Per smentire il falso pregiudizio che siamo tante individualità ognuna con il proprio orticello da coltivare, perché dall’unione può nascere qualcosa di bello e forte che magari proseguirà anche dopo l’emergenza, come spazio virtuale aperto a giovani realtà del teatro ». L’idea è che ogni interprete abbia un palco su cui salire per una breve performance da postare poi su social e sito: «Stiamo cercando di capire quanto, con le nuove disposizioni, il messaggio di un attore in una sala, seppure vuota, possa distorcere la percezione che ogni singolo cittadino ha dell’invito a restare a casa, e quanto sia possibile». Ma comunque il collegamento tra attori e sale fiorentine (e perché no, toscane) rimarrà: «Hanno aderito artisti come Ciro Masella, Andrea Kaemmerle, Monica Bauco, Alessandro Benvenuti, Paolo Hendel, Andrea Muzzi, musicisti come Finaz della Bandabardò, Cosimo Zannelli, Lorenzo Baglioni, Saverio Lanza; ci piacerebbe anche coinvolgere Paolo Benvegnù, Piero Pelù e Irene Grandi». Dalle sale più piccole, come il Cestello e il Lumière, e da Rifredi, l’entusiasmo è dilagato al Puccini e al Tuscany Hall; anche la Pergola potrebbe essere interessata.
Tutto, insomma, è pronto per partire «a titolo rigorosamente gratuito, la partecipazione è su base volontaria – tiene a chiarire Checcacci – ogni fine settimana monteremo tutti contributi in un’unico video, creando così un insolito e vario spettacolo che possa intrattenere il pubblico nel weekend forzatamente casalingo. Vogliamo che sia chiaro che in quest’operazione non c’è niente di polemico. Sono il primo a cui pesa la situazione, perché io questo so fare, questo è il lavoro che mi dà da vivere, ma è anche vero che la soluzione per sconfiggere il virus deve passare per forza dai luoghi dove la gente s’incontra. Vogliamo solo sottolineare che se i teatri sono chiusi, l’attività performativa continua. Vogliamo invitare tutti a non dimenticarsi del teatro, perché proprio questo è il rischio che si corre. E desideriamo anche dire a tutti a pubblico e amministrazioni che siamo pronti a ripartire, non appena sarà il momento». Dei lavoratori del teatro si è sempre parlato poco: non tanto degli attori, ma di chi lavora dietro le quinte, negli uffici, gli assistenti di sala, «l’emergenza coronavirus sta portando tanti nodi al pettine. Soprattutto la situazione precaria delle piccole sale, che non sono tutelate e che in una situazione di stallo come quella che stiamo vivendo, si trovano costrette a licenziare l’unico diopendente tuttofare. E se l’emergenza continuerà, gli attori che hanno cachet normalissimi, rischiano di rimanere fino a ottobre senza percepire retribuzione. Senza parlare di chi sta muovendo i primi passi in questi mondo tostissimo, e rischia di vedere stroncare la propria carriera sul nascere. Ecco, con #ilteatrononsiferma vogliamo dimostrare che, nonostante tutto, noi siamo qui e siamo pronti a rimboccarci le maniche per aiutare la gente a pensare positivo. A cominciare da chi fa teatro ».
Firenze – la Repubblica firenze.repubblica.it