Il mutuo soccorso delle Contrade sospeso dalle regole

Siena

Giulia Maestrini

 

SIENA In una città svuotata (in cui molti ristoranti e negozi, non solo del centro, hanno deciso di chiudere e da oggi sono chiusi, per ordinanza del Sindaco, anche tatuatori ed estetisti), le Contrade erano pronte a rivestire il loro ruolo di solida rete sociale. Ma, nei giorni del coronavirus, la buona volontà si è dovuta fermare di fronte alle norme. Negli ultimi giorni, dopo che il Magistrato che riunisce i 17 priori aveva deciso di chiudere tutte le sedi e sospendere ogni tipo di attività, alcune Contrade avevano avviato un servizio volontario di spesa e consegna farmaci a domicilio per gli anziani. Una sorta di «buon vicinato» che non è inusuale per le 17 comunità senesi che, nate come società di mutuo soccorso, sono abituate ad aiutarsi e aiutare. L’organizzazione era semplice: coordinare i volontari disponili ad acquistare alimenti e farmaci e a consegnarli a domicilio a quegli anziani che ne avessero fatta richiesta, così da non costringerli a uscire. Mascherine e guanti monouso, nessun contatto personale, la spesa consegnata sulla soglia di casa, spostamenti su brevi tragitti, esclusione dal servizio per chi è in quarantena. E le adesioni dei volontari erano arrivate, le prime spese giù consegnate. Ora però tutto si ferma: anche la solidarietà delle Contrade si è dovuta arrendere alla zona rossa che ora copre tutta l’Italia. Secondo le autorità non ci sarebbero sufficienti garanzie. «Ci hanno detto che serve personale specializzato e che non eravamo autorizzati, quindi è tutto sospeso» spiegano gli organizzatori.

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