Il virtuale ed il reale

di Massimo Rossi

Con l’avvento delle nuove tecnologie abbiamo duplicato il “reale”.
Abbiamo generato una verità che è attuale, pervasiva ed invasiva.
Si sono date forme ai pensieri più reconditi.
Si è creato un mondo nel quale noi possiamo essere mille “noi” e gli altri similmente.
Il non reale non è “irreale”, ma è un reale differente.
Tutto ciò è accaduto in un lasso di tempo brevissimo e continua ad essere un moto perpetuo e non arrestabile.
La verità è messa in bilico, la concretezza della verità e del vero è messa in crisi.
Noi (over 50) siamo una generazione fortunata.
Siamo la generazione del pensiero e della riflessione che di fatto arranca (e non poco) dietro la realtà della tecnologia.
Molti la definiscono “virtuale”, ma non è così.
Virtuale è qualcosa che non esiste, invece, la realtà tecnologica (digitale) che riesce a duplicare noi stessi esiste ed esiste per noi e per gli altri.
Quindi, esiste punto e basta.
Pertanto, come accade con tutto ciò che è fenomenico, occorre fare i conti, confrontarcisi ed immergersi senza perderci.
Ma è difficile; è terribilmente difficile.
È difficile per noi che abbiamo un bagaglio di esperienze ed è molto più difficile per le generazioni nate sotto il dominio della realtà tecnologica.
Occorre comprendere che la realtà, oltre quella materiale, è, e se è, deve essere considerata come esistente.
Quindi, occorre farci i conti avendo, però, un “filo di Arianna” che ci riporta sempre e comunque al mondo del reale fenomenico.
Tale filo è la capacità di discernere non il vero dal falso, ma il “reale fenomenico” dal “reale tecnologico”.
Il cammino è appena iniziato e ciò porterà ad una evoluzione anche psichica del nostro essere che dovrà fare i conti con una inevitabile evidenza che è la dimensione “astratta” del digitale.
“Cogito ergo sum”, questo brocardo cartesiano sarà sempre presente nella nostra vita perché distinguerà ancora più marcatamente di prima chi riesce a navigare nella evoluzione e chi, non riuscendovi, verrà travolto.
La macchina, la tecnologia, per assurdo, esalterà l’uomo, la persona, anziché, annichilirlo.