Il centrodestra spaccato sulla Rai.

Nessun chiarimento sulla scelta di Foa presidente. Azzurri infuriati Mulè: non c’è alcun «do ut des». E in Vigilanza mancano i voti per il sì.

Dino Martirano ,Giuseppe Alberto Falci

 

ROMA Per tutto il giorno si è atteso un contatto chiarificatore fra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Dalle parti di Arcore si aspettavano una telefonata «riparatoria» da parte del ministro dell’Interno per ricucire il filo con le truppe azzurre dopo il blitz sulle nomine Rai. In particolare lo stato maggiore forzista contesta la decisione di indicare come presidente della Rai Marcello Foa, ex caporedattore del Giornale, ma, è l’accusa, «con un profilo non di garanzia e scelto senza consultarci».

Per essere eletto, Foa ha bisogno dei voti della Lega, del M5S e di quelli di altri 6-7 commissari dell’opposizione. Per i l Pd e Leu è «no» su tutta la linea e anche Forza Italia, ad oggi, non intende sostenere il presidente sovranista sostenuto dalla Lega e dai grillini.

Le truppe berlusconiane sono infuriate. Annamaria Bernini, capogruppo dei senatori, la mette così: «Quanto agli assetti dei vertici Rai, in commissione parlamentare di Vigilanza diremo no ad ogni logica spartitoria ed antidemocratica». La posizione degli azzurri non cambierebbe nemmeno se Salvini mettesse sul tavolo una contropartita, assicura il capogruppo in Vigilanza Giorgio Mulè: «Non c’è alcun do ut des».

Contro la nomina di Foa, Leu e Pd rinnovano l’appello a Forza Italia a esprimere voto contrario. I dem sono pronti ad alzare le barricate «con azioni clamorose» se Foa dovesse ricevere il lasciapassare della Vigilanza. Davide Faraone, renziano, si rivolge agli azzurri «affinché si impedisca che il portavoce dei nazionalpopulisti che prova fastidio per la democrazia, che attacca il presidente Mattarella, che propende per i no vax, possa essere eletto presidente della più importante industria culturale del Paese».

Riccardo Laganà, membro del cda eletto dai dipendenti Rai, polemizza con l’esecutivo gialloverde: «Noi non siamo né lottizzati né parassiti. La quasi totalità dei dipendenti Rai, sono invece gli anticorpi di un sistema immunitario ben collaudato». Gli fa eco il segretario dell’Fnsi Raffaele Lorusso: «Nella Rai legastellata è già tempo di liste di proscrizione. L’invettiva del vicepremier Luigi Di Maio contro “raccomandati e parassiti” lascia presagire tempi difficili».

Quando mancano ormai due giorni alla seduta della commissione di Vigilanza Rai, che dovrà ratificare con una maggioranza vincolante di due terzi il nome del presidente, intanto, riemerge da Youtube una lunga dichiarazione rilasciata a maggio al network sovranista Byoblu: in quell’occasione Marcello Foa, interpellato come «massimo esperto» di manipolazione, pur con una premessa cautelativa assecondò l’accusa rivolta da Byoblu al Quirinale di aver veicolato «correzioni» in senso europeista del discorso pronunciato dal presidente incaricato Giuseppe Conte.

Il Colle reagì definendo il video nel suo complesso «falso, diffamatorio e gravemente lesivo dell’immagine della presidenza della Repubblica».

 

Fonte: Corriere della Sera, https://www.corriere.it/

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