Corteo anti Salvini: “Schedati e filmati dalla polizia”

A Roma in 100 mila contro il decreto sicurezza II sindaco di Riace tra la folla: “Rifarei tutto”

ANDREA CARUGATI ROMA

Decine di migliaia di persone arrivate da tutta Italia hanno sfilato ieri nel centro di Roma per dire no al razzismo. L’obiettivo: contestare il decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. Nessun disordine, ma gli organizzatori hanno denunciato che oltre 40 pullman di attivisti «sono stati fermati alle porte di Roma, le persone schedate e filmate e gli striscioni srotolati dalle forze dell’ordine per leggerne il contenuto». Si è creata una lunga coda, che ha rallentato l’arrivo in città dei manifestanti, facendo partire in ritardo il corteo da piazza della Repubblica. Sui social è subito partito il tam tam delle denunce, con foto e filmati delle perquisizioni. «Irrompe la democrazia, la polizia sta fermando tutti i pullman, stanno filmando, identificando e intimidendo anche i migranti. Benvenuti in Salviniland», si legge in un post pubblicato da Spazio Autogestito Arvultura. In prima fila nella denuncia i parlamentari di Sinistra italiana e di Leu: «Immagino che l’8 dicembre i pullman che porteranno a Roma i militanti leghisti subiranno il medesimo trattamento», attacca il segretario di Si Nicola Fratoianni, che chiama in causa direttamente il ministro dell’Interno Salvini: «È ora che il ministro dell’Interno chiarisca cosa sta succedendo. E lo dovrà fare comunque in Parlamento». il senatore di Leu Francesco Laforgia parla di una «schedatura molto grave». «Da quel che appare ci troviamo di fronte a una grave limitazione delle libertà democratiche». Si schiera anche il presidente del Pd Matteo Orfini: «IlViminale chiarisca subito e garantisca il diritto a manifestare». In serata la Questura di Roma in una nota spiega che si è trattato di«normali controlli di sicurezza» previsti per simili eventi. In alcuni casi ci sono stati controlli «più stringenti in ragione della presenza di pullman non preventivamente segnalati e per evitare possibili criticità». «All’interno di alcuni pullman», conclude la nota, «sono state rinvenute e ritirate circa 400 aste di legno atte a sostenere i manifesti». «Uniti e solidali contro il governo, il razzismo e il decreto Salvini», è lo slogan che ha aperto il corteo organizzato da una rete di oltre 450 sigle e associazioni, a cui hanno partecipato anche molti immigrati. Tra gli striscioni, «Accoglienza per tutti», «Stranieri, non lasciateci soli con i fascisti», «Welcome migrants», «Ruspe su Salvini», «Giù le mani dalle Ong», «No ai respingimenti, alle espulsioni e agli sgomberi». Cori contro i vicepremier Salvini e Luigi Di Maio: «Questa è la marea che vi sommergerà». I manifestanti sono entrati in piazza San Giovanni al grido di «Odio la Lega». In piazza anche il sindaco di Riace Mimmo Lucano (sospeso e con divieto di dimora nel suo Comune per decisione della magistratura), accolto da cori e applausi: «Oggi mi sento uno di voi. Sono sicuro che esiste un’umanità differente dal clima di barbarie e disumanità che oggi c’è in Italia». E ancora: «Rifarei tutto mille volte per la causa dei rifugiati che sono i nuovi poveri». Sul palco volontari delle Ong ed esponenti dei movimenti per la casa. Salvini ha ironizzato su Facebook: «Bandiere rosse, centri a-sociali, presunti profughi e insulti contro di me: tutte medaglie amici, ma la pacchia è stra-finita, #primagliitaliani». Un manifestante etiope di 55 anni si è sentito male durante il corteo ed è morto poco dopo all’ospedale San Giovanni.

 

Fonte: La Stampa, https://www.lastampa.it/