Carige, cessione vicina lunedì il Fondo deciderà sull’esclusiva

di Massimo Minella , Genova e
Vittoria Puledda , Milano
Dopo mesi interlocutori, se non di stallo, la cessione di Carige è entrata nel vivo e «verosimilmente entro lunedì» l’attività istruttoria del Fondo interbancario di garanzia dei depositi (azionista all’80% della banca della Lanterna) sarà completata. È lo stesso Fondo a uscire allo scoperto, anche su richiesta della Consob, dopo i tanti rumors dei giorni scorsi, spiegando di aver ricevuto «offerte preliminari e non vincolanti » (al plurale) al vaglio dell’azionista.
Niente nomi, nessuna conferma dell’indiziato numero uno — il Credit Agricole — che continua a opporre un laconico “no comment”, ma solo la specifica che nelle indiscrezioni circolate ci sono «indicazioni quantitative inesatte ». Ma non per questo il messaggio è meno chiaro: entro lunedì, quando è prevista una riunione del Comitato di gestione del Fondo, si tireranno le fila; forse, si potrebbe anche arrivare a una trattativa in esclusiva (condizione quest’ultima chiesta ufficialmente da Bper, ma magari comune anche ad altre proposte).
Per ora l’unica offerta nota è quella di Bper, che ha inizialmente chiesto un miliardo di dote (cifra poi definita trattabile) come aumento di capitale a fronte del pagamento di un euro simbolico comprensivo anche dall’8,3% di Cassa centrale banca, cui farebbe seguito il lancio di un’opa sul flottante (ieri il titolo in Borsa è salito del 4,58%). Secondo i rumors le richieste dell’Agricole si agirerebbero invece sui 700 milioni. Sulla stampa è circolato anche il nome del fondo Cerberus tra i potenziali pretendenti ma è soprattutto la posizione della Banque Verte sotto i riflettori, insieme a quella ufficiale di Bper. Attualmente la dotazione del Fondo per interventi di ricapitalizzazione si aggira intorno ai 580 milioni. Ma Carige ha anche un’altra “dote” implicita, le imposte differite (Dta) che valgono grosso modo altri 380 milioni lordi. La possibile discesa in campo del Credit Agricole riporterebbe d’attualità la storica alleanza fra Carige e il mondo del credito francese, ai tempi attraverso il sistema delle casse di risparmio, a lungo alleate dell’allora prima azionista – la Fondazione Carige nella difesa della “genovesità”. Altri tempi. Oggi Credit Agricole, conquistando Carige darebbe vita a una banca ligure, tenuto conto che già controlla Carispe, la Cassa di Spezia, mentre a Carige oggi fanno capo Genova, Imperia e Savona. Bisognerà comunque fare i conti con Bper, che non sembra intenzionata a mollare la presa. Dopo il no alla prima offerta, ha rilanciato dicendosi pronta a una seconda, chiedendo però una trattativa in esclusiva. La prima proposta era stata respinta dal Fondo, segno evidente di altre manifestazioni da valutare con attenzione. Bisognerà adesso capire come Bper rimodulerà la sua offerta, probabilmente limando il tetto della dote richiesta (un miliardo è al fuori delle possibilità statutarie del Fondo). L’idea piace tantissimo al ceo Piero Montani, che proprio da ad di Carige aveva quasi riportato in pareggio la banca genovese dopo il crac della gestione Berneschi. Il risultato non gli valse però l a riconferma. Chissà che ora il destino non lo riporti a Genova.
https://www.repubblica.it/