IN TOSCANA UN PASTICCIO IN ITALIA UN DISASTRO.

 

PRIORITÀ SBAGLIATE
«La vicenda non ha ricadute penali e perciò Maria Elena Boschi sarà ricandidata alle prossime elezioni politiche». Matteo Renzi riprova a metterci una pietra sopra e a seppellire lo scandalo Etruria. Ma purtroppo ogni giorno spunta qualche dettaglio che riesuma il crac della banca toscana. Oggi il nostro Giacomo Amadori racconta di una pratica da 400.000 di euro che, aggirando le regole, sarebbe stata varata con il sì del papa della allora ministra delle Riforme quando già la Popolare di Arezzó aveva un piede nella fossa. Si dirà, ma che c’entra la figlia se il babbo pasticciava con conti e consulenze? L’indagato è lui e le colpe dei padri non risulta che si ereditino… Vero, e però bisogna girare la carta e vedere che cosa stavano facendo a Palazzo Chigi mentre la banca andava a gambe all’aria, per capire che se la vicenda non ha ricadute penali ne ha invece di politiche, e tante, perché mentre dalle parti del governo (…) segue a pagina 3 Segue dalla prima pagina (…) ci si agitava per Etruria, le banche fallivano. Andiamo dunque con ordine e ricostruiamo i mesi che vanno dal 2013 al 2016. Nell’anno in cui Renzi vince le primarie del Partito democratico e si prepara a sfrattare Enrico Letta, già il Giglio magico è in azione. Come abbiamo raccontato, il direttore generale della Popolare di Vicenza, Samuele Sorato, si messaggia con colui che diventerà prima il tesoriere del Pd e poi esponente della Commissione che indaga sulle banche, Francesco Bonifazi. Nelle conversazioni che Sorato intrattiene con vari esponenti dell’entourage del futuro presidente del Consiglio, si parla di incontri con Maria Elena Boschi e Luca Lotti, all’epoca già plenipotenziari del renzismo. Chissà quale sarà stato l’oggetto delle conversazioni fra il direttore di una banca già un po’ malmessa e il trio lescano che ruota intorno al Rottamatore? Forse la rottamazione dei debiti? Mah, chi può dirlo. Di sicuro si può dire che nell’aprile del 2014, quando Renzi ha già conquistato Palazzo Chigi, il Giglio magico è in grandi ambasce, perché la Banca d’Italia, dopo aver ispezionato i conti di Etruria e multato il consiglio di amministrazione dell’istituto – babbo Boschi compreso – spinge per la fusione della Popolare con qualche gruppo bancario, nella speranza di puntellare la situazione. A Boschi (padre) e compagni questa storia della fusione, che poi sarebbe un acquisto, a quanto pare non va giù. Sono preoccupati per gli orafi, dicono. 0 forse per la scoperta che l’oro di Arezzo non luccica come dovrebbe, perché sparito dal caveau. Sta di fatto che Maria Elena, la figlia prediletta, si da da fare. Sale a Milano, incontra il presidente della Consob e cerca di farsi aiutare a fermare l’operazione. Matteo Renzi, il premier prediletto, fa anche lui la sua parte e butta lì una frase al governatore della Banca d’Italia. Ma nel frattempo, mentre i virgulti toscani si occupano di trovare una soluzione che aggradi la combriccola di Arezzo, il 6 maggio, quando cioè Renzi è al governo da due mesi, l’Europa approva la direttiva che regola i fallimenti delle banche. Al momento del voto, l’Italia da il suo parere favorevole. Occhio alle date. Siamo a maggio del 2014, e proprio a maggio la Popolare di Vicenza presenta la sua offerta per comprarsi Etruria. Tutto è ancora possibile, perfino il salvataggio della banca toscana. Ma al cda dell’istituto di cui Pier Luigi Boschi è presidente, l’offerta non piace, perché trasferirebbe il potere a Vicenza. E se non piace al padre, non piace neanche alla figlia, che infatti parla con Vegas. A giugno l’offerta di Vicenza è respinta: niente fusione, ma ad agosto Etruria dice di volersi trasformare in una società per azioni. A novembre l’istituto di vigilanza rimulta i consiglieri di amministrazione della Popolare toscana, babbo Boschi compreso, e Maria Elena vede il vice direttore di Bankitalia. A gennaio Renzi annuncia la riforma delle banche Popolari e, a sorpresa, Etruria è tra le dieci che devono trasformarsi in spa. Le azioni delle banche volano e qualcuno ci guadagna, la società di Carlo De Benedetti è tra questi. L’11 febbraio cala il sipario: gli uomini di via Nazionale si presentano nella sede della banca di Arezzo e commissariano l’istituto. Fine dei giochi e fine delle possibilità di salvare Etruria, perché la direttiva sul baii in impedisce qualsiasi soluzione che non sia il fallimento della banca. In pratica, mentre il Giglio magico si agitava per trovare una soluzione, si legava le mani. Con questo vogliamo dire che quando il sistema bancario rischiava il tracollo, al governo avevano occhi solo per Etruria? No, avevano occhi anche per Mps. A febbraio 2016 Renzi invita gli italiani a investire sulla banca. A giugno però Mps ha bisogno di soldi e il presidente del Consiglio vede il capo di Jp Morgan, la banca d’affari che sponsorizzava i cambi della Costituzione. A novembre l’amministratore delegato di Mps viene cacciato e sostituito con Marco Morelli, che nel curriculum ha anche un passato a Jp Morgan. A gennaio 2017I0 Stato è costretto a nazionalizzare la banca. Ecco, non è un problema penale, ma politico sì. E a rispondere non deve essere solo la Boschi, povera stella, ma anche e soprattutto Renzi. Così è spiegato perché lui la difende. E la ricandida.f
QUESTIONE DI PRIORITÀ 22 febbraio Marzo 2014 2014 Incontro tra Giuramento Matteo Renzi del governo e il governatore di Matteo di Bankitalia, Renzi Ignazio Visco (Argomento: economia) 28 giugno 2013 Accordo tra capi distato e di governo (Enrico Letta premier) sul baii in Aprile 2014 Incontro tra Matteo Renzi e il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco (Riferimento Febbraio 2014 Incontro tra Matteo Renzi e il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco (Argomento: boy scout) 6 maggio 2014 II Consiglio europeo, con voto favorevole dell’Italia, approva la direttiva sul baii in a Banca Etruria) 12 dicembre 2014 Maria Elena Boschi chiede all’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, se valuta l’acquisizione di Etruria 4 novembre 2014 La Bce assume la vigilanza sugli istituti bancari italiani Tra novembre 2014 e gennaio 2015 Incontri tra il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, e il direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta 21 novembre 2015 Decreto risoluzione Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti 20 gennaio 2015 Riforma della Popolari 31 dicembre 2016 L’azionista di riferimento di Monte dei Paschi diventa lo Stato italiano I Novembre 2015 II baii in viene adottato nell’ordinamento italiano 25 giugno 2017 . Veneto Banca e Popolare di Vicenza 13 gennaio sono cedute 2015 a Banca Marco Carrai sollecita Intesa una risposta via mail a Federico Ghizzoni su Etruria.
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