1,7 milioni di microimprese a rischio default per la crisi provocata dal Covid

Si prospetta un autunno a tinte fosche per le attività economiche di piccole dimensioni. Quattro microimprese su 10, poco meno di 1,7 milioni di attività, rischiano la chiusura a causa della crisi economica provocata dall’emergenza Covid-19. A rilevarlo è la Cgia, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese, sulla base dei risultati dell’Istat sull’ andamento dell’economia italiana.

1,7 milioni di microimprese a rischio default per la crisi provocata dal Covid

I settori più vulnerabili
«Ci riferiamo a quel ceto medio produttivo costituito da imprese dei servizi, negozianti, botteghe artigiane e partite Iva con meno di 10 addetti che dopo il lockdown non si sono più riprese e, ora, hanno manifestato l’intenzione di chiudere per sempre-  spiega Paolo Zabeo,  coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre-. I settori più vulnerabili alla crisi emersi da questa indagine sono stati i bar, i ristoranti, le attività ricettive, il piccolo commercio, il comparto della cultura e dell’intrattenimento».

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Il crollo della produzione
Nel settore produttivo, aggiunge Zabeo, le difficoltà hanno investito soprattutto il settore del mobile, del legno, della carta e della stampa, nonché il tessile, l’abbigliamento e le calzature. Una situazione ritenuta irreversibile che sta inducendo tanti piccoli imprenditori a gettare definitivamente la spugna. La Cgia torna a chiedere che con il decreto di agosto le micro realtà commerciali e produttive più fragili all’emergenza Covid siano aiutate a rimanere in vita, per esempio, attraverso una ulteriore e più robusta erogazione di contributi a fondo perduto; e poi con la cancellazione delle scadenze fiscali erariali, almeno sino a fine 2020.

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Previsioni a tinte fosche

Le previsioni, purtroppo non lasciano presagire nulla di buono.La Cgia ricorda che nel 2009 il Pil era sceso del 5,5%, mentre il tasso di disoccupazione nel giro di 2 anni è salito dal 6 al 12%. Con un Pil che nelle più rosee previsioni quest’anno dovrebbe calare del 10%, quasi il doppio della contrazione registrata nel 2009, il pericolo che il numero dei disoccupati aumenti esponenzialmente è molto alto.

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