Turismo e presenze: qualcosa non è cambiato

 

All’improvviso il settore turistico  è divenuto una priorità come mai nel passato, quando il terzario, la rendita, il posto fisso creavano una rassicurante stabilità economica a tutta la città. Ed allora assistiamo alla lite sui numeri delle presenze tra chi guidava la precedente amministrazione (Valentini) e chi ha preso in mano le redini delle competenze da ormai due anni (Tirelli).
Si gioca sui numeri, sul quel 2,83% di differenza (in negativo) tra il 2018 ed il 2019 come se tutto si dovesse risolvere analizzando una fredda statitisca contabile. C’è stato un vero crollo di presenze tra maggio ed agosto, mentre aprile ed ottobre hanno salvato, in parte, la stagione. Questa è la sintesi per sommi capi di una stagione nel cui risultato finale hanno influito soprattutto fattori di crisi economica, calo di turismo internazionale in tutta la penisola (un flusso che nel periodo estivo si è spostato su altre mete mediterranee) ed il clima che ha influito soprattutto nel mese di maggio. Mentre il buon incastro di ponti e festività pasquali ha favorito un aprile con un ottimo dato di presenze italiane nel periodo. E’ facile capire che nessuna variabile prodotta da decisioni di strategia turistica interna, ha spostato un trend che si è appiattito su stagnanti situazioni ereditate dal passato e proseguite in questi ultimi due anni. Niente di nuovo sul fronte senese, si potrebbe dire. E’ su questo dato di fatto che si dovrebbere riflettere, lasciando perdere sterili discussioni su numeri che servono solo a certificare la scoraggiante continuità del nulla. Di certo non sono i mercatini o le mostre replicate in tutta Italia che smuovono una economia turistica piatta e priva di effettivi benefici economici all’interno della città.
Tanto per fare due esempi banali ma che la dicono lunga sull’effetivo impatto nell’economia senese, si potrebbero citare il mercatino di Natale ed il recente Win Siena. Nel primo caso, a fronte di una forte affluenza turistica poco è rimasto nelle tasche dei commercianti locali e nulla nelle casse del Comune, considerato che l’amministrazione ha stanziato ben 45 mila euro per l’organizzazione (destinati alle due maggiori  confederazioni sindacali) , lasciando gratis il pagamento del suolo pubblico. Per quanto riguarda il Wine Siena, il successo di pubblico ha favorito solo la società promotrice dell’evento cioè il Merano Wine Festival e non di certo le casse dei commercianti e quelle del Comune considerato che anche in questo caso, oltre alla concessione di diversi benefits, anche i locali del Santa Maria erano in concessione gratuita.
Ma paradossalmente non è questo il vero problema. Far vedere le persone a giro per Siena durante queste iniziative ha la funzione omeopatica di vivacizzare le strade del centro, lasciando in sospeso tutti i problemi del settore che avrebbero bisogno di una maggiore qualità in termini di presenze e di ricadute sul tessuto economico cittadino, valorizzando la diversità di Siena e non mettendola al servizio di altri.

Giovanni Gigli