Comunicato stampa del 7 sett 2020
Il movimento Per Siena denuncia l’immobilismo dell’Amministrazione comunale
A ridosso della riapertura delle scuole mancano trasparenza, comunicazione e mediazione amministrativa in uno dei settori più delicati per la gestione dell’emergenza. Il Governo ha espressamente delegato sindaci ed amministrazioni locali per la riorganizzazione del rientro in classe, con l’individuazione di spazi adeguati a garantire un rientro in sicurezza, ma il Comune di Siena è rimasto immobile. Sappiamo solo che la Provincia ha predisposto 2 milioni di euro, dei quali 830 mila, provenienti dal Ministero dell’Istruzione per le scuole di competenza statale.
Il movimento Per Siena ha seguito con trepidazione le fasi delle mediazioni e atteso con pazienza, monitorato con costanza, nella consapevolezza che fosse un lavoro complesso e delicato, ma ora il tempo è scaduto: chiediamo che le famiglie ed i ragazzi conoscano quali ipotesi organizzative verranno tradotte nella realtà per evitare assembramenti, minimizzare i rischi della didattica a distanza, peggio ancora del contagio nelle scuole.
Al momento disponiamo soltanto di notizie incerte, su un possibile trasferimento di qualche classe del Piccolomini a Montarioso e della ragionieristica dichiarazione, datata, dell’assessore Pugliese che, in Consiglio comunale, con l’intento di mettere al riparo gli amministratori dalle responsabilità, leggendo la summa di piccoli interventi di edilizia leggera operati in alcuni istituti del territorio. Dispiace, ma non è servita a rassicurare nessuno. Neppure ci conforta la simpatia per la tecnologia mostrata dal collega all’Istruzione ed il suo incitamento all’adattamento. La didattica a distanza ha messo in crisi molte famiglie, ha discriminato i più fragili, ridotto la qualità del servizio, impegnando i docenti ed i dirigenti scolastici oltre misura. Non esorcizziamo la tecnologia, ma non la riteniamo minimamente proponibile come una degna sostituzione delle attività scolastiche, e non accettiamo che sia proposta con leggerezza come il surrogato di un diritto fondamentale.
Ci saremmo aspettati una connessione efficiente tra scuola e territorio, che andasse ben oltre la piccola manutenzione. Sulla scuola la responsabilità di Sindaco, istruzione, lavori pubblici, cultura, sanità e politiche giovanili – nella parte che concerne la previsione di utili campagne di sensibilizzazione e sicurezza sanitaria – non pare affatto disgiunta. Come si sono mossi e soprattutto come si muoveranno questi attori istituzionali? Gli spazi per le classi di 28-30 ragazzi dovevano essere recuperati ed organizzati con grande anticipo. La questione non riguarda semplicemente lo spostamento fisico per il distanziamento e la sicurezza sanitaria di alcune parti della popolazione scolastica in un museo, una biblioteca, un’accademia, un teatro, un oratorio o quel che si sarebbe comunque dovuto cercare, ma la capacità progettuale di stabilire politiche culturali e percorsi didattici funzionali alla sinergia tra scuola e territorio. Su questo fronte, quali le opportunità, i progetti di interazione, quale la risposta del sistema museale cittadino, quali gli enti interpellati per le sopraggiunte esigenze della comunità?