Scontro Corte dei Conti-Regione sul project dei quattro nuovi ospedali.

Via libera della Corte dei Conti al bilancio 2016 della Regione, ma le critiche alla operazione del project financing sui 4 nuovi ospedali — troppo costosa per il pubblico, hanno detto i giudici contabili — non sono per nulla piaciute alla Regione. Che ha presentato immediatamente le proprie controdeduzioni, spiegando in una lunga nota stampa le proprie ragioni e la assoluta trasparenza e legittimità della procura usata, da tempo al centro delle polemiche politiche, e non solo. La querelle è nata dopo che in mattinata la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Toscana ha deliberato la «parificazione» del rendiconto del bilancio regionale 2016, a eccezione delle poste contabili relative ai progetti europei Cert-Ent e T-Net (circa 800.000 euro in tutto, ndr ). Nell’udienza sono emerse, assieme ad un giudizio globale positivo, alcune criticità. Nella relazione, tra i tanti punti analizzati, c’è quello del project financing relativo ai quattro nuovi ospedali (Alpi Apuane, Lucca, Pistoia, Prato, operazione varata nel 2002 e fortemente voluta dall’allora assessore alla sanità Enrico Rossi, dal 2010 presidente della Regione) ed il giudizio della Corte è una bocciatura, sia per i costi sia nel merito.

«Le direttive Eurostat ammettono una quota di parte pubblica non superiore al 50% per giustificare il ricorso a questo strumento — sottolineano i magistrati contabili — I costi iniziali erano di 312 milioni, con il 65% a carico delle Asl, ma in realtà il costo finale è stato di 379 milioni, con un incremento del 21%, ma la quota pubblica si è incrementata del 47% rispetto alle previsioni iniziali, arrivando all’80% e parallelamente la quota privata si è ridotta dal 35 al 20%. Conseguentemente l’operazione di finanziamento appare di non facile motivazione se non in termini di esternalizzazione del debito. L’incremento dei costi in altre parole è stato anticipato e pagato interamente da parte pubblica». Non solo. Secondo la relazione è stata «modesta l’attività di controllo, anche a causa della direzione dei lavori, affidata, per disposizione legislativa, all’esecutore stesso». Risultato, le Asl hanno sborsato 359 milioni, mentre altri 1,227 miliardi derivano dai canoni di leasing per i servizi. «È possibile affermare che la convenzione presenti condizioni di spiccata convenienza per il concessionario ricadendo molti rischi sul concedente. Incombe sull’operazione — concludono — il rischio di un potenziale ulteriore debito a carico della Regione, qualora il rischio di mercato risulti stabilmente sbilanciato a carico della parte pubblica». La Corte, infine, sempre in base alle norme europee, contesta la natura di parternariato pubblico-privato dell’operazione che deve «essere qualificata come operazione di indebitamento dell’ente».

L’assessore al bilancio Vittorio Bugli, presente all’udienza della Corte, non ha replicato sul punto specifico dei 4 ospedali, ma lo ha fatto nel pomeriggio una lunga nota voluta dal governatore Rossi. «In merito alla tesi della Corte dei Conti secondo la quale l’operazione di finanziamento e gestione dei quattro nuovi ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato non si configurerebbe come un vero project financing — in quanto la percentuale di contributo privato che ha finanziato la realizzazione dei nuovi ospedali sarebbe inferiore al 50% — si precisa che il contratto di concessione è stato stipulato sulla base della legge 109 del 1994 che non poneva alcun limite alla contribuzione pubblica — si legge nella nota — E una caratteristica del project financing è proprio l’affidamento al privato, oltre che della costruzione dell’opera, quella di alcuni servizi in fase di gestione, che, in assenza del project, si sarebbero comunque dovuti acquisire dal mercato». E sulla convenienza per il concessionario — cioè per i privati che per 19 anni hanno in gestione i servizi — aggiunge: «La Regione ricorda anche che prima dell’affidamento il soggetto pubblico, ovvero l’associazione che raggruppava le quattro aziende sanitarie locali coinvolte nell’operazione, ha provveduto ad effettuare le preventive indagini di mercato per verificare che i prezzi da corrispondere al concessionario fossero in linea con quelli di mercato, al netto della remunerazione da garantire allo stesso per il contributo privato alla costruzione dell’opera».

Nei mesi scorsi l’assessore alla Salute Stefania Saccardi aveva espresso l’intenzione di chiudere quei project financing. Rispondendo a due interrogazioni in Consiglio regionale, il 7 giugno 2016 Saccardi aveva spiegato che la Regione ha dato mandato di svolgere «ogni opportuno approfondimento» in merito ad un’eventuale riacquisizione dei servizi non sanitari dati in concessione nei quattro ospedali. E in un’intervista a La Nazione di Pistoia il 6 marzo scorso, l’assessore aveva ribadito: «Se riuscissi a chiudere la realtà del project, sarei contenta. Sto studiando per capire come e quando potrebbe essere realizzato, riportando tutto sotto la sanità regionale».

Duro il commento delle opposizioni, non solo sul project financing, ma anche sul debito e sul ritardo nel pagamento dei fornitori da parte delle Asl. «Per i quattro ospedali la Regione ha pagato il 79% dei lavori, accollandosi quasi integralmente l’aumento dei costi previsti, con ampio beneficio per il privato che, mettendoci poco più del 20%, si è preso la concessione pluridecennale dei servizi non sanitari», attacca il M5S. E Alberti (Lega Nord) afferma: «Balzano agli occhi i tempi biblici di pagamento delle Asl toscane ed il perenne stato di pesante perdita di bilancio della società partecipate della Regione. E non si può andare fieri di un debito, sia pure in calo, di 3 miliardi di euro».

Mauro Bonciani

 

Mercoledì 26 Luglio, 2017 CORRIERE FIORENTINO.