Riscossa gollista, Le Pen non sfonda

Riscossa gollista, Le Pen non sfonda. Ma in Francia le Regionali sono un flop. Risultato inferiore alle attese per il Rassemblement, sconfitta per Macron. Due su tre sono rimasti a casa

dal nostro corrispondente Stefano Montefiori

PARIGI Due francesi su tre non sono andati a votare al primo turno delle elezioni Regionali che si è tenuto ieri. Battuto il nuovo record di astensioni, percentuali così basse si erano viste solo per certi referendum. Questo elemento può servire da consolazione sia per il partito di Emmanuel Macron, La République En Marche, che tutti pensavano sarebbe andato male ma non così male — fermo al 10% su scala nazionale, umiliato nella Regione Hauts-de-France — sia per la formazione di Marine Le Pen, il Rassemblement National, che è andato molto meno bene del previsto e quindi potrebbe mancare quella presidenza di regione che cerca da tempo per darsi un tono più istituzionale.

Per adesso gli unici soddisfatti sono gli uomini della destra gollista, i Républicains, o chi è uscito dal partito di Sarkozy rimanendo però in quell’area politica come Xavier Bertrand, il presidente della Regione settentrionale Hauts-de-France che verrà con ogni probabilità riconfermato.

Bertrand è il protagonista del capolavoro politico della giornata, e non a caso è stato tra i primi a prendere la parola, con toni solenni e marziali, già da candidato alle prossime presidenziali (primavera 2022): «Cinque anni fa, la sera del primo turno, eravamo secondi, 16 punti dietro al Front National (che adesso si chiama Rassemblement National, ndr). Stavolta le donne e gli uomini della Regione Hauts-de-France ci hanno posto chiaramente in testa. A loro va la mia profonda riconoscenza. Abbiamo rotto le mascelle al Rassemblement National». Secondo le prime stime Bertrand arriva al 44% dei voti, largamente davanti al candidato lepenista Sébastien Chenu fermo al 24,4%, che invece i sondaggi davano molto più in alto. In terza posizione la candidata ecologista sostenuta dalla sinistra Karima Delli con il 18%. La lista di Laurent Pietraszewski sostenuta da LREM, il partito di Macron, non supera la soglia del 10% e quindi non si qualifica per il secondo turno.

In Hauts-de-France

Il protagonista del capolavoro politico della giornata è l’ex sarkoziano Bertrand

È un altro motivo di soddisfazione per Bertrand, e di umiliazione per la maggioranza presidenziale: pur di indebolire Bertrand e ridimensionarne le ambizioni per l’Eliseo, in campagna elettorale si erano spesi per Pietraszewski pezzi grossi come il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, o della Giustizia, Eric Dupond-Moretti. Si sono messi in lista, ma sono stati bocciati senza appello.

Come Macron, anche l’altra favorita per le presidenziali 2022, Marine Le Pen, raccoglie un cattivo risultato. Ma se Macron se lo aspettava, per Marine Le Pen è una sorpresa. I sondaggi davano i suoi uomini in testa in almeno cinque regioni, ma alla sua portata invece rimane solo la PACA (Provence-Alpes-Côte d’Azur) dove l’ex ministro di Sarkozy, Thierry Mariani, sostenuto dal Rassemblement National, non è ancora del tutto fuori gioco contro Renaud Muselier, candidato della destra sostenuto dai macronisti. Mariani però non è più favorito e potrebbe ripetersi lo scenario delle precedenti Regionali, quando Marine Le Pen non ottenne neanche una presidenza. Al primo turno vincono i partiti di una volta: la destra (29%) e la sinistra socialista (18%), mentre il RN scende al 19% e LREM al 10%. Domenica il secondo turno.

 

 

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