L’utilizzo dei droni con telecamera è in costante grande crescita negli ultimi anni, sia per uso privato che professionale: un fenomeno che, però, va a toccare molti aspetti che riguardano le modalità di utilizzo, la privacy e la sicurezza.
Diverse sono, infatti, le implicazioni coinvolte: non solo quelle strettamente legate alle riprese con dronie alla protezione dei dati personali, ma anche quelle inerenti i potenziali rischi correlati a un utilizzo scorretto di questi strumenti.
In questo articolo, ecco un riepilogo della situazione normativa in Italia e in Europa, con un aggiornamento sulle ultime novità.
Riprese con droni: normativa in Italia
In Italia, la normativa di riferimento è il “Regolamento mezzi aerei a pilotaggio remoto” pubblicato nel 2013 dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) e soggetto poi a emendamenti successivi.
Di fatto, i droni sono considerati a tutti gli effetti “aeromobili” (come previsto dall’art. 743 del Codice della Navigazione), ma viene fatta una distinzione fondamentale tra Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) e Aeromodelli:
– SAPR: “mezzi aerei a pilotaggio remoto, impiegati o destinati all’impiego in operazioni specializzate o in attività scientifiche, sperimentazione e ricerca“, cui si applicano le previsioni del Codice della Navigazione. Possono sorvolare anche le “aree critiche”, ovvero le città;
– Aeromodelli: “non sono considerati aeromobili ai fini del loro assoggettamento alle previsioni del Codice della Navigazione e possono essere utilizzati esclusivamente per impiego ricreazionale e sportivo”. Ad eccezione dei droni al di sotto dei 300 grammi di peso (con protezione alle eliche e una velocità inferiore a 60 km/h), che possono circolare nelle aree critiche anche senza autorizzazione, tutti gli altri aeromodelli possono volare solo al di fuori dei centri abitati, ovvero nelle aree considerate “non critiche”.
Questo evidenzia il fatto che, in realtà, uno stesso modello di drone può essere SAPR o aeromodello, a seconda di chi lo possiede e dell’utilizzo che ne fa.
Droni con telecamera e norme di utilizzo: i consigli del Garante per la privacy
Il Garante per la privacy ha recentemente pubblicato un’utile infografica con alcuni consigli per chi utilizza un drone a scopo ricreativo.
I 6 punti affrontati riprendono alcuni aspetti del Regolamento ENAC e si concentrano sul corretto impiego dei droni con telecamera, per fare in modo di non violare la privacy degli eventuali soggetti terzi coinvolti. Tra i punti salienti:
1) Rispetta sempre le regole, informandoti su quanto previsto dall’ENAC e rispettando la privacy altrui;
2) Fai attenzione alle riprese, evitando di invadere gli spazi personali e l’intimità delle persone; diffondendo le riprese solo con il consenso dei soggetti (se non è possibile ottenerlo, essi non devono essere riconoscibili); evitando di riprendere immagini con dati personali (come targhe di veicoli, indirizzi di casa, ecc); non violando mai gli spazi privati altrui;
3) Rispetta gli altri, senza invadere la sfera personale degli altri e facendo in modo che il pilota sia sempre ben visibile;
4) Non diventare un “orecchio indiscreto”: non si possono captare volontariamente conversazioni altrui, e i frammenti registrati in modo accidentale non devono rendere riconoscibile il contenuto e le persone coinvolte;
5) A prova di privacy: come stabilito dal GDPR (Regolamento UE 2016/679), anche i droni devono rispettare i principi di privacy by design e privacy by default, ovvero essere costruiti e configurati per raccogliere meno dati possibile;
6) Come tutelare la privacy: se è possibile individuare il pilota del drone, chiedere a lui informazioni su come intende utilizzare le riprese ed eventualmente negare il consenso al trattamento dei dati. Nel caso in cui si ritenga di essere stati vittime di violazioni della privacy, rivolgersi al Garante o all’Autorità giudiziaria.
Per consultare l’infografica completa, clicca qui.
Riprese con droni: la normativa europea
A livello europeo, in particolar modo dopo l’entrata in vigore del GDPR, è sempre più manifesta l’esigenza di avere una normativa comune di riferimento anche per quanto riguarda i droni.
A luglio 2018 l’EASA (European Aviation Security Agency) ha pubblicato Opinion 2018, un documento con indicazioni molto importanti per il comitato europeo per la protezione dei dati, che ha potuto utilizzarlo come base da cui sviluppare un regolamento specifico.
Non a caso, dopo la pubblicazione del 22 agosto delle regole comuni per la sicurezza aerea (Regolamento 2018/1139), il 5 ottobre la Commissione Europea ha pubblicato la bozza del Regolamento unico sui droni, redatto proprio sulla base delle Opinion dell’EASA.
Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 è prevista la presentazione del documento ufficiale, che entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta. Sebbene siano comunque previsti periodi transitori per quanto riguarda l’applicazione (da 3 mesi a circa 3 anni) il regolamento ENAC nazionale è destinato, dunque, a durare ancora poco.