Le favole sugli aiuti scatenate ad arte

di Pierluigi Piccini

“Con lo scopo di sovvertire le società europee dell’interno, la Russia ha organizzato una significativa campagna di disinformazione per creare confusione, panico e paura, impedendo alle persone di ottenere notizie corrette sul contagio”. È quanto si legge in un rapporto dell’European External Action Service, agenzia diplomatica dell’Unione Europea. I contenuti sono stati diffusi dal Financial Times, che è riuscito a leggerne una copia nonostante si tratti di un documento per uso interno. E ancora, si legge: “L’obiettivo generale della disinformazione del Cremlino è di aggravare la crisi della salute pubblica nei paesi occidentali, in particolare minando la fiducia del pubblico nei sistemi sanitari nazionali, impedendo così una risposta efficace allo scoppio”. Per una curiosa coincidenza, sulla pagina Lega per Salvini l’indomani è comparsa la famosa tabella-bufala dove vengono messe a confronto quante risorse saranno mobilitate complessivamente direttamente o indirettamente da Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna rispetto all’Italia: secondo la fake dieci volte tanto, quando è invece il nostro Paese ad aver messo sul piatto la somma più rilevante. Basta aspettare pochi giorni, ed ecco che Russia e Cina inviano medici e aiuti umanitari, mentre Repubblica ceca e Polonia bloccano alle frontiere mascherine destinate all’Italia. In questo contesto, su internet appaiono – casualmente (?) – decine e decine di post con scritto “Grazie Putin” con contorno di cuori e bandiere e altri su questo tenore: «l’Europa ci nega le mascherine», «Mentre Putin ci aiuta, cosa sta facendo l’Europa?». I populisti e sovranisti italiani prendono la palla al balzo e condannano genericamente l’intero continente, non i loro amici al potere negli Stati “ostili”: altra coincidenza, la Repubblica Ceca è guidata dal premier-tycoon antimigranti autocratico e populista Andrej Babis (con Salvini testimonial della sua campagna elettorale insieme alla Le Pen); in Polonia comanda un primo ministro sovranista e di destra, Jarosław Kaczyński. Come si vede, mentre il Paese è impegnato ad affrontare forse la più grande crisi della Repubblica, lo staff della comunicazione della Lega è molto ben allineato alla macchina della disinformazione russa e alle azioni di governi di razzisti e nazionalisti. Il tema della politica dell’odio giocata su Internet è gigantesco, e riguarda un po’ tutte le parti. La Cina lancia accuse nei confronti degli Stati Uniti, poi dell’Italia, di aver diffuso il virus tra la propria popolazione, ma allo stesso tempo mostra un volto amico (a supporto di ingenti investimenti) inviando con la fanfara medici e aiuti umanitari. In tutta la vicenda del coronavirus ci sono troppe cose poco “normali”: la borsa aperta a immense speculazioni; una influenza viene gestita e comunicata in maniera terroristica (eppure, ogni anno in Italia muoiono centinaia di migliaia di persone per complicazioni legate a virus) senza apparente motivo; decisioni del primo ministro annunciate nottetempo sul web senza alcun contraddittorio con la stampa o formale concertazione politica. La strategia del web dei Cinquestelle e di Casalino sembra aver preso il sopravvento sul Presidente del Consiglio, mentre Di Maio e il suo movimento sono tra i più entusiasti per gli aiuti di Cina e Russia. Casuale anche questo? Tutto viene gestito in fretta, seguendo logiche di geopolitica e dettate da immensi interessi che impongono di cambiare i nemici e gli amici dalla sera alla mattina: si è passati dall’odio per i vaccini, i medici e i migranti allo stucchevole ringraziamento a infermieri e medici extracomunitari cubani, anch’essi arrivati a portare aiuto. Vittima di questa scacchiera di odio e fake-news è una umanità sempre più impaurita e isolata che si trova, anche non volendo, in balìa di immensi raggiri mediatici. C’è chi rimane vittima di una strategia imbonitrice sovranista, chi ambientalista (chi ha mai visto cigni e delfini nei canali di Venezia? Eppure, tutti lo scrivono), chi si commuove di fronte agli aiuti dei Paesi comunisti, chi invoca con estremo accanimento e minacce il ritorno alla Lira e l’immediata uscita dalla “matrigna” Europa. Stare in casa isolati dovrebbe aiutare a riprendersi i propri tempi, a sfuggire dalle bassezze politiche quotidiane, a riscoprire veri valori. Ma per ammazzare il tempo si finisce per connettersi e allora ci si accorge che, di virale, ci sono solo pesanti manipolazioni dell’opinione pubblica e l’istigazione all’odio.