Pianeta Greta

Milioni di ragazzi sfilano nelle città di tutto il mondo E la giovane leader a New York: “Ora sia vera svolta”
di Anna Lombardi
NEW YORK — «Nemmeno nelle mie fantasie speravo tanto. Ho visto quanta gente era scesa in piazza in Australia prima di addormentarmi. E quando stamattina ho aperto gli occhi non riuscivo a crederci. Il numero di ragazzi e ragazze che hanno risposto al mio appello è pazzesco». Perfino Greta Thunberg è senza fiato. Lo dice ai giornalisti che incontra per pochi istanti a City Hall, il comune di New York dove ha salutato il sindaco Bill de Blasio — poi sceso in piazza — vicino a quella Foley Square pienissima già tre ore prima dell’appuntamento di mezzogiorno.
Impossibile contare gli studenti d’ogni età, fede e colore accorsi al fianco di Greta. Tantissimi anche grazie alla decisione del dipartimento scolastico di giustificarne l’assenza per questo Friday for future. Tanto che quando alle tre del pomeriggio Battery park, il parco a Sud di Manhattan dove si susseguono gli interventi dei giovani leader, è già pieno, la coda del corteo non si è ancora mossa da Foley. «Siamo tantissimi », esulta Greta su Twitter. Migliaia a New York: milioni nel mondo, da Sydney a Nairobi. E perfino Kabul dove manifestare è così pericoloso che il corteo marcia scortato. È la manifestazione globale più grande della storia.
«I cambiamenti climatici sono peggio dei compiti»: Christine Carr, 8 anni, ha scritto proprio così sul cartello disegnato su un cartone riciclato di pizza, come hanno fatto in tanti, partendo da quel piccolo gesto per cominciare a cambiare le cose. «Non riuscivo a pensare a niente di peggio», dice con un sorriso sdentato, per poi spiegarti serissima: «Sì, oggi ho saltato la scuola. Ma per imparare una lezione più importante». D’altronde è arrivata fin qui accompagnata dalla maestra, Miss Mary, insieme ai compagni della PS333, la scuola pubblica sulla 92esima strada. «Siamo qui per salvare il mondo », urlano Harry e Ishan con la semplicità dei bambini: «Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza».
Camilla, 15 anni, precede il gruppo dei compagni portando sulla testa un’enorme palla gonfiabile coi colori della Terra. Sono gli studenti della Fiorello La Guardia, la scuola d’arte resa celebre dal film Saranno Famosi: «Pesa un po’, ma ne vale la pena», dice mentre gli altri danno fiato agli strumenti, improvvisando un balletto. E succede che quando arrivano i ragazzi della scuola ebraica Beit Simchat Torah, le kippah sulla testa, un gruppo di ragazzine musulmane velate gli stringono la mano dicendogli “pace”. «Ma quali guerre di religione, abbiamo una sola Terra, lottiamo insieme per salvarla », dice, Aisha, 19 anni. Lawrence, 70 anni, si è vestito da Babbo Natale e suona una campanella: «Sveglia! Basta aspettare Babbo Natale per cambiare le cose». Più in là, adulti e bambini stringono cartelli bellissimi, animali in via d’estinzione, dal rinoceronte alla tigre: «Ci chiamiamo
We Make America , siamo un gruppo di artisti, aiutiamo i ragazzi a fare cartelli creativi», racconta Tamara Grayner, 50 anni. Gli adulti non hanno lasciato i giovani da soli. Non solo hanno accompagnato in massa i più piccoli, ma col permesso delle loro aziende, da Patagonia ad Amazon, si sono uniti alla protesta. Oggi, d’altronde, qualcosa di concreto già si muove. Il governo tedesco ha annunciato un piano da 100 miliardi per il clima. Il patron di Amazon Jeff Bezos ha promesso di rendere la sua azienda carbon free entro il 2030. E lunedì, i potenti della Terra che parteciperanno al Climat Action Summit sono stati invitati a presentare piani concreti dal Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres: «I cambiamenti climatici minacciano la pace nel mondo», li ha ammoniti. Donald Trump non ci sarà. Parteciperà, in quelle stesse ore, al Summit sulle Libertà religiose. «Le marce non bastano a cambiare le cose, lo sappiamo », dice Greta sul palco al termine della manifestazione. «Ma lo sciopero globale di oltre 4 milioni di giovani in tutto il mondo mostra che la nostra società è a un punto di svolta. Dobbiamo ottenere un punto di svolta anche nella politica». La fantasia di Greta sta diventando realtà .
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