Palazzo Vecchio rinvia al 2021 10, 2 milioni di cartelle esattoriali

Marzio Fatucchi

 

Nessuno cartella esattoriale per Tari, Cosap, Cimp, Imu non pagate dal 2016 al 2019 arriverà ai fiorentini fino almeno alla seconda metà del 2021. Il Consiglio comunale, su proposta dell’assessore al Bilancio e Attività produttive Federico Gianassi, ha deciso di rinviare la riscossione di questi debiti che privati cittadini, ma soprattutto imprese, hanno nei confronti di Palazzo Vecchio. Si tratta di una cifra pari a circa 10 milioni e duecentomila euro.

È l’ultima delle scelte della giunta Nardella per venire incontro ai fiorentini in questa difficile crisi per tante famiglie e imprese. «Con il cambio del quadro economico — ha spiegato ieri Gianassi in Consiglio comunale — siamo molto preoccupati per la tenuta sociale della città e abbiamo deciso il rinvio delle cartelle, in coerenza anche con gli ultimi provvedimenti in tal senso del governo. Chiudiamo in un anno terribile il bilancio in pareggio e confermiamo gli impegni di spesa in favore dei cittadini. In più, come segno di attenzione per chi è in difficoltà, non chiediamo ora gli arretrati». Saranno quindi alcune migliaia i fiorentini — Palazzo Vecchio non ha il numero preciso ma solo la cifra complessiva che viene rinviata — interessati da questo provvedimento, l’ultima variazione al bilancio del Comune di Firenze prima della fine dell’anno.

Nella stessa delibera la giunta Nardella è intervenuta sulla «cancellazione della seconda rata dell’Imu in scadenza il prossimo 16 dicembre per gli immobili in cui si svolgono attività interessate dalle ultime misure restrittive imposte dal governo con il Dcpm del 24 ottobre scorso purché utilizzati direttamente per l’esercizio dell’attività dai proprietari» spiegano da Palazzo Vecchio. Ieri è stata poi confermata la scelta annunciata già da tempo di rinviare il pagamento del Cosap dal 30 novembre a giugno 2021. Queste due operazioni, spiega l’assessore, «pesano complessivamente per circa 4 milioni di euro sul bilancio comunale». Nelle casse di Palazzo Vecchio arrivano invece ulteriori 6 milioni di euro, dal governo e dalla Regione, per progetti per il sociale legati all’emergenza Covid e per progetti sull’istruzione.

Il Comune ha stanziato anche 250 mila euro per i negozi fuori dal centro storico (più correttamente, fuori dalla zona «A» dal punto di vista urbanistico, che però è praticamente la stessa). Si tratta di un fondo che potrà erogare al massimo mille euro ad esercente. Ma per fare cosa? «Le spese che possono ricevere il finanziamento sono legate al miglioramento e alla promozione, come ad esempio l’attivazione dei servizi cashless, lavori di ristrutturazione, attivazione di servizi di consegna a domicilio o la promozione on line» spiegano dal Comune. Si tratta di fondi che sono arrivati a Palazzo Vecchio e stanziati dal Decreto Agosto del governo Conte.

Un bilancio, nonostante i fortissimi ammanchi dalle entrate dal turismo cancellate dalla crisi per la pandemia, che si chiuse «in ordine e solido» dice Gianassi. Tanto che è stato anche deciso di sospendere, tra le altre cose, anche le tariffe degli asili nido per sostenere «economicamente le famiglie, in stato di oggettiva difficoltà, sospendendo le tariffe per il periodo di assenza scolastica del figlio o dei figli, dovuto alle misure di contrasto della pandemia», commenta la presidente delle Commissione Istruzione Laura Sparavigna. L’atto è stato votato anche da Fratelli d’Italia. Ma non ci sono solo buone notizie.

Gianassi, rispondendo ad una interrogazione del consigliere comunale di Sinistra progetto Comune Dmitrji Palagi, ha confermato che non è risolto il contenzioso con la Federcalcio per il Centro tecnico di Coverciano. Secondo il Comune va pagata l’Imu da parte della Federcalcio che invece si è sempre opposta dal 2016: a breve ci sarà una pronuncia della Cassazione sui 482 mila euro «più le spese legali e gli interessi», ricorda Palagi. Ieri è stato approvato anche il bilancio consolidato del Comune, con tutte le partecipate: «Un quadro forte e solido» dice Gianassi. «Sulle partecipate manca una strategia» attacca invece il capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai.

 

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