Scuola, l’appello dei sindacati “Un piano contro le lezioni a distanza”

Allarme Cgil: ” In molte scuole superiori tornerà la didattica online, la Città metropolitana trovi luoghi dove far andare gli studenti”. Presidi alle prese con aule piccole e classi affollate per i tagli ai docenti. E mancano i banchi singoli
di Valeria Strambi
A lezione tra casa e scuola, tra il tavolo di cucina e il banco della classe. Manca poco più di un mese alla prima campanella e sembra ormai certo che molti istituti superiori di Firenze saranno costretti a riattivare la didattica a distanza. Almeno la metà di quelli presenti sull’intera provincia, secondo le stime dei sindacati.
« Nonostante i presidi stiano facendo sforzi enormi misurando col metro classe per classe o buttando giù pareti per allargare aule e riconvertire laboratori, gli spazi non bastano per accogliere tutti gli studenti – denuncia Emanuele Rossi, segretario generale della Flc Cgil Firenze -. Questo però non vuol dire che ci dobbiamo arrendere. È fondamentale trovare delle alternative per i ragazzi, altrimenti rischiamo di perderli per strada tra abbandoni scolastici e formazione a metà ».
Un appello che arriva dritto alla Città metropolitana, cui spetta la competenza per le scuole superiori: «Abbiamo chiesto un incontro al più presto perché vogliamo risposte – insiste Rossi -. Devono essere trovati spazi a tutti i costi. Che si tratti di teatri, sale conferenze degli alberghi o aziende, la cosa fondamentale è che gli alunni si incontrino e confrontino e che non siano tenuti a casa seduti al computer » . Non solo lezioni canoniche, la proposta è attivare anche progetti didattici alternativi con la supervisione dei professori: « Mentre una parte della classe è in aula, l’altra potrebbe visitare il laboratorio e seguire il ciclo produttivo di un’impresa, oppure collaborare con un’associazione teatrale » conclude Rossi. Tutte iniziative che non si realizzano però senza un adeguato numero di insegnanti. In Toscana, nonostante l’assessora all’Istruzione Cristina Grieco abbia più volte sollecitato il ministero a ” restituire” gli organici perduti, sono state tagliate più di 100 cattedre. Nella provincia di Firenze ci sono 35 classi in meno (21 solo alle superiori). Il che significa mettere fino a 29 alunni nella stessa aula: cosa impossibile dal momento che secondo le linee guida deve essere rispettata la distanza di un metro ” da bocca a bocca”. Ad aggiungersi ai mille pensieri dei presidi anche il problema banchi. Per il Comitato tecnico scientifico quelli doppi sono da eliminare e vanno sostituiti con quelli singoli. Giusto in queste ore ogni dirigente scolastico ha inoltrato la richiesta per la propria scuola e alla ministra Lucia Azzolina sono arrivati gli ordini per ben 2,5 milioni di banchi singoli. Banchi che, attraverso il bando indetto dal Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, dovrebbero arrivare in tempo per la riapertura delle scuole. « Abbiamo richiesto quelli che ci servono secondo le attuali regole stabilite dalle linee guida – fanno presente i presidi -. Se però il parametro del metro di distanza dovesse cambiare e le distanze si accorciassero, i conti sarebbero da rifare e non sapremmo dove far sedere i ragazzi in più».
L’ipotesi di una revisione delle linee guida non è poi tanto fantasiosa, tanto che in Parlamento la questione è già stata posta: « Abbiamo chiesto di monitorare la situazione giorno per giorno e di poterci muovere in una prospettiva di allentamento delle misure e cambio dei parametri qualora il quadro epidemiologico lo consentisse » afferma Rosa Maria Di Giorgi della Commissione cultura, che ne approfitta per coinvolgere i presidi in un ulteriore sforzo. «Non esitate a chiedere e non cedete alla scorciatoia delle lezioni online alternate a quelle in presenza. Se vi mancano gli spazi ditelo con forza perché è dovere degli enti locali rispondere. Le soluzioni vanno trovate, il ritorno alla didattica a distanza è inaccettabile ».
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