Le affinità elettive

«il Giani è il Giani» e cioè non delega, accentra, non risponde a logiche di corrente, si fida solo dei suoi uomini, gestisce tutto, lasciando i consiglieri senza interlocutori”.

Prima resa dei conti fra il Pd e Giani«Basta social, cominciamo a parlarci»

Mauro Bonciani

 

Una discussione lunga oltre quattro ore e che ha «sforato» ampiamente il coprifuoco, appassionata, approfondita. Un faccia a faccia vero, in presenza grazie ai grandi spazi disponibili nella sede Pd di via Forlanini a Firenze, come non era mai accaduto in questi sette mesi di governo Giani. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ieri pomeriggio ha tenuto l’atteso vertice con il gruppo dem in Consiglio regionale e la segretaria regionale Simona Bonafè — che lo ha fortemente voluto — con sul tavolo temi importanti. A cominciare dall’andamento della campagna vaccinale, dal «basta con i click day» e dalla necessità di rafforzare la struttura dell’assessorato alla sanità e la sanità territoriale. Assieme alla esigenza di aprire un canale di comunicazione stabile e diretto tra il governatore ed i consiglieri del suo partito — «finora abbiamo saputo le cose dai canali social…», dice un consigliere prima del vertice — come anche di ottenere quello che Bonafè ha chiesto già nei giorni scorsi cioè «un cambio di passo». Insomma i consiglieri e il partito hanno vissuto ogni giorno il fatto che, come detto subito dopo la sua elezione, «il Giani è il Giani» e cioè non delega, accentra, non risponde a logiche di corrente, si fida solo dei suoi uomini, gestisce tutto, lasciando i consiglieri senza interlocutori. E la richesta di cambiare è stata pressoché unanime.

Il confronto è iniziato alle diciotto con quasi tutti i consiglieri presenti e Giani è arrivato in via Forlanini da solo, senza nessuno del suo staff. I lavori sono stati aperti dalla segretaria Bonafè che ha parlato della volontà di accelerare sui temi più importanti, ha sottolineato che le richieste del partito e del gruppo sulla gestione delle prenotazioni vaccinali hanno portato al cambio di strategia di Giani e della Regione, ha spiegato che il rapporto tra presidente e gruppo deve essere più solido e di collaborazione piena. Poi ha parlato il capogruppo Vincenzo Ceccarelli, quindi il consigliere Massimiliano Pescini, che è coordinatore della segreteria del Pd regionale. E poi è stata la volta dei consiglieri, che sono tutti intervenuti, «senza peli sulla lingua», ma si assicura senza alzare i toni, mentre Giani ha ascoltato ogni intervento e contributo ed ha parlato solo alla fine della riunione. La sanità è stata al centro di molti interventi, come anche il rafforzamento dell’assessorato e un’azione più incisiva e «indipendente» di tutti gli altri assessori, assieme alla richiesta di strutture forti per gestire i fondi del Recovery plan e dell’Europa e di riscrivere il piano rifiuti. Prima del confronto i lottiani hanno fatto presente che resta sospesa la questione del nono assessore — pensando a Giacomo Bugliani, esponente della corrente — con deleghe pensanti come il bilancio ed il personale, ancora in capo a Giani, ma si è parlato sopratutto di temi concreti. Una discussione a ruota libera, sul tavolo nessun documento o agenda precostituita, che si è chiusa a tarda sera dopo una pausa passate già le ore 22. «Ma non aspettatevi chissà che notizia, nessuno ha posto ultimatum», dice un consigliere dem. Resta da capire se e cosa cambierà.

 

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