Mps, il Tesoro punta ancora alla cessione. Ruocco: «No alla svendita»

L’audizione della viceministra Castelli

 

 

Servirà almeno un’altra audizione del Tesoro con la viceministra Laura Castelli (M5S) per aggiornare la commissione d’inchiesta sulle banche presieduta da Carla Ruocco (M5S) sulla situazione di Mps. Sarebbe uno dei punti raggiunti ieri durante la seduta segreta chiesta dopo circa 20 minuti di udienza pubblica. L’aggiornamento è stato chiesto in vista degli stress test Eba che saranno resi noti venerdì, in cui si stima, secondo indiscrezioni, che per Mps la necessità di patrimonio nello scenario avverso sarà inferiore a 2,5 miliardi. Di conseguenza Siena non dovrà rivedere il suo capital plan di un aumento di capitale da 2,5 miliardi in assenza di una fusione. La situazione patrimoniale dell’istituto è migliorata, con il deficit prospettico sceso sotto il miliardo e passibile di una «ulteriore riduzione», ha detto il ceo Guido Bastianini. Il 5 agosto sarà reso noto il bilancio del secondo semestre. Castelli ha spiegato che la commissione Ue «attende di sapere se si concretizzi o meno l’ipotesi di un’aggregazione di Mps con altre operazioni per poter valutare, in un quadro sufficientemente chiaro e stabile, le proposte di revisione degli impegni che Mps ha presentato» con il piano industriale. In ballo c’è sempre la fusione con Unicredit che il governo potrebbe favorire con una riduzione ulteriore dei rischi legali (dopo l’accordo con fondazione Mps che ha ridotto di 3,8 miliardi su 10 totali i rischi legali), anche se Unicredit avrebbe chiesto nuove contropartite legate agli npl. L’ipotesi è di una divisione della banca tra Unicredit, Bper e la pubblica Mcc. L’alternativa potrebbe essere di negoziare con la Ue un rinvio del termine del 31 dicembre per la vendita di Mps, ipotesi che piacerebbe alla Lega e ma anche ai Cinquestelle: «Non è il momento di svendere un’importante realtà bancaria come Mps», ha detto Ruocco. (f.mas.)

 

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