L’appello di Letta a Iv: votatemi E Renzi invita gli iscritti a sostenerlo

di Giovanna Casadio
ROMA —Letta apre, Renzi apprezza. E chiede agli iscritti di Iv di sostenere il leader dem. Ma siamo ancora alle schermaglie sull’accordo a Siena in vista delle suppletive d’autunno. Il segretario pd non ha ancora parlato con il leader di Italia viva, ma lo sentirà. La sfida ha un valore simbolico e politico: Enrico Letta si candida nel seggio lasciato vacante da Pier Carlo Padoan e si gioca il tutto per tutto. «Non potevo disertare», ribadisce ieri in un post. E fa un appello al centrosinistra unito, perché la condizione per vincere sulle destre non può che essere l’unità, quindi anche i renziani ne prendano atto. Non è tempo di agguati e sgambetti: è l’invito del Pd. A Siena peraltro, in quel collegio, Italia viva potrebbe fare la differenza. E Renzi è chiamato ad archiviare una volta per tutte lo scontro che lo vide defenestrare Letta da Palazzo Chigi dopo avere assicurato: «Enrico stai sereno» .
Ma neppure si può procedere per semplici appelli: rispondono dal fronte renziano. «In politica ci vogliono accordi, gli appelli si limitano a scaldare i cuori», commenta Ettore Rosato, presidente di Iv. Per Letta tuttavia è il momento della richiesta limpida: «Chiedo apertamente e pubblicamente il sostegno ai cittadini, ai movimenti, alle associazioni, ai partiti che sul territorio del collegio sono interessati a convergere sul mio nome, a sventare la vittoria del candidato unitario delle destre». In pratica non ci sono vie di mezzo: o con Letta o di fatto con le destre, perché una candidatura terza sarebbe l’assist contro il centrosinistra. Salvini, il leader leghista, lo sa bene e attacca: «Letta dice che se non vince si dimette da segretario, datemi un mano a lasciargli tanto tempo libero ». Sia i renziani che Calenda avevano fatto circolare nomi di un loro candidato. E il segretario dem spiega: «L’elezione suppletiva è una corsa sostanzialmente a due. Avendo le forze politiche del campo contrapposto al nostro trovato un accordo unitario su un candidato, ritengo prioritario ricercare l’unità più ampia possibile». Richiama Letta inoltre la propria coerenza: «Sarei incoerente con tutto quel che ho fatto e detto in questi quattro mesi se confinassi l’orizzonte della mia candidatura al partito che ho l’onore di guidare. Fin dall’inizio, e oggi a maggior ragione, lavoro per la costruzione di un campo largo – democratico, riformista e progressista – alternativo alle destre populiste e antieuropee ».
Parole che in una nota i renziani toscani dicono di apprezzare perché «fa espresso riferimento a un confronto aperto e libero per raggiungere un’ampia intesa nel campo del centrosinistra ». A sottoscrivere la lode a Letta sono Alice Rossetti, Nicola Danti e soprattutto il capogruppo renziano in consiglio regionale Stefano Scaramelli, che solo 48 ore fa aveva chiesto il passo indietro di Letta ed era pronto a candidarsi.
Tuttavia la partita è più ampia. Teresa Bellanova, vice ministra alle Infrastrutture, pone sul tavolo la questione delle alleanze politiche e l’alternativa a cui il Pd è chiamato: «O con i riformisti o con i 5Stelle». Dice Bellanova che è bene ci siano patti chiari e che Iv «non vuole consegnare quel collegio di Siena alle destre».
C’è anche la questione dell’altro collegio per le suppletive, ovvero Roma- Primavalle. Renzi aveva fatto il nome di Marco Bentivogli, che però non si era mai detto disponibile. Dal Nazareno fanno sapere che difficilmente quel collegio potrebbe vedere la candidatura di un 5Stelle o di un centrista sostenuto dal Pd: per il Campidoglio corre il dem Gualtieri e non è possibile contemporaneamente appoggiare un esponente di partiti che sostengono Virginia Raggi o Carlo Calenda avversari di Gualtieri. Ottimista è il dem Andrea Marcucci, toscano di Lucca e un tempo renziano di ferro: «A Siena ci sono tutte le condizioni per la candidatura di Enrico Letta insieme a tutto il centrosinistra».
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