“Nei prossimi mesi ci presenteremo alle Regionali, a cominciare dalla Toscana”. E ancora, pochi giorni fa: “Noi qui possiamo arrivare benissimo al 10%. Ma mettiamo che Italia Viva vada peggio e prenda il 6. Ciò significa che a Firenze saremo all’8”. Dopo la vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna, su cui Italia Viva ha subito messo il cappello, Matteo Renzi ha dato il via alla battaglia campale della Toscana, dove dovrebbe esordire proprio il partitino dell’ex premier. Eppure, al netto degli annunci e della campagna in camper che è iniziata ieri sera a Castelfiorentino (Firenze), anche nella sua patria Renzi non ha proprio le idee chiare: la presentazione della lista di “Italia Viva” alle Regionali di maggio, soprattutto se i sondaggi continueranno a essere mediocri, è tutt’altro che sicura. Chi conosce bene l’ex premier racconta che a consigliarlo sulle prossime mosse elettorali sia il solito Denis Verdini e che in Toscana la strategia si ispirerà a una metafora da Formula 1: “Non vince chi va più veloce, ma vince chi frena per ultimo”. Che tradotto significa: Renzi ha annunciato che Iv correrà con una lista propria (in sostegno a Eugenio Giani) ma, se i sondaggi continueranno a dargli contro, potrebbe sfilarsi all’ultimo momento e infilare i suoi fedelissimi nella lista civica “Giani presidente” sul modello di quanto successo in Emilia con Bonaccini.
Così, ragionano dal Nazareno, sarebbe un win-win: se il centrosinistra dovesse resistere all’assalto leghista anche in Toscana, “Renzi potrebbe intestarsi la vittoria dicendo: ‘Giani l’ho scelto io e c’erano i miei nelle sue liste’” mentre in caso di storica disfatta, l’ex premier potrebbe “lavarsene le mani e dare la responsabilità agli altri della sconfitta”. Ed è proprio in questa chiave di lettura che va letta la minaccia, fatta pervenire da Renzi ai suoi ex amici del Pd, di candidarsi in prima persona nei collegi di Firenze e addirittura nella Arezzo di Banca Etruria se i dem decideranno di creare anche la lista di Giani: in tal caso, il Pd ci inserirebbe sindaci civici, imprenditori e Sardine, togliendogli spazio per i suoi fedelissimi in caso di ripensamento all’ultimo minuto. La strategia, quindi, è chiara: tenersi tutte le strade aperte a seconda dell’umore dell’elettorato. Un’idea che terrorizza i suoi che a settembre hanno rinunciato a un seggio sicuro nel Pd e adesso vedono aprirsi l’ipotesi di una mancata riconferma in caso di un risultato tra il 3 e il 4%.
Nell’attesa, per provare a recuperare consensi negli elettori di centrosinistra, Renzi ha annunciato che pianterà 10.000 alberi, uno per ogni iscritto. Se son rose fioriranno…