LE AMBIZIONI DEL CAVALIERE E LE DEBOLEZZE DEL MOVIMENTO

 

di Massimo Franco

 

La convergenza tra Silvio Berlusconi e il Movimento 5 Stelle sul reddito di cittadinanza è, a prima vista, una conferma della spregiudicatezza del fondatore di Forza Italia. Eppure, sottolinea ancora di più quella dei grillini, insieme a una debolezza così evidente da indurli a abbracciare il nemico non solo politico ma morale di sempre. Dire, come fa il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Siamo contenti che anche Berlusconi sia d’accordo con noi. Gli chiedo di spiegarlo a Salvini e Meloni, perché il centrodestra raggiunga una posizione unitaria su questo tema», fa un doppio effetto. Il primo è l’allusione alle divisioni persistenti dello schieramento berlusconiano. Ma il secondo, non voluto, è di considerare il Cavaliere portavoce a destra del reddito di cittadinanza : una misura simbolo da mesi sotto osservazione e cambiata radicalmente dal governo a causa degli abusi e delle truffe che ha provocato. La mossa di Berlusconi è stata considerata un modo per fare breccia nelle file grilline in vista di una sua candidatura al Quirinale. Anche su questo, la risposta dei vertici del M5S appare cauta, guardinga; ma non pregiudizialmente negativa. È un segno dei tempi e insieme della crisi di identità delle forze politiche; ma più di quelle populiste che dei partiti tradizionali, pure in affanno. Il fatto che ieri il leader grillino, Giuseppe Conte, abbia ridimensionato come «non irreversibile» il no alla presenza nelle trasmissioni della Rai di esponenti del M5S per reazione alle nomine, è un altro indizio. Anche perché contemporaneamente l’ex premier fa sapere che sta cercando di combinare in tempi stretti un incontro con Mario Draghi, punzecchiato in continuazione dai Cinque Stelle. Così, Beppe Grillo ironizza: «Conte è uno specialista in penultimatum». Semmai, qualche sconcerto è spuntato dentro FI per l’apertura di Berlusconi sul reddito. Ieri, però, il coordinatore Antonio Tajani ha ricordato il sostegno passato al «reddito di dignità», usato per negare contraddizioni: anche se si insiste sulla creazione di posti di lavoro e sulla lotta agli abusi favoriti dall’assenza di veri controlli. Le aperture berlusconiane sembrano fatte apposta per superare le resistenze degli alleati Giorgia Meloni e Matteo Salvini, in particolare la prima, verso le sue ambizioni presidenziali; e per pescare potenziali voti in ogni settore del Parlamento, approfittando delle spinte centrifughe e della mancata presa dei leader su molti deputati e senatori. Ieri anche l’Udc ha fatto sapere che il Cavaliere andrebbe sostenuto dall’intero centrodestra. E dal capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber, è arrivata la patente di «politico europeista»: attestato che in questa fase può aiutare.

 

https://www.corriere.it/