Il nostro partito, Articolo Uno, ha deciso di partecipare alle Agorà democratiche promosse dal Pd. Roberto Speranza lo ha confermato questa mattina in una conferenza stampa.

È una scelta giusta perché ci consente di cogliere l’opportunità di un confronto sui programmi, le prospettive, le idee, le forme organizzative, insieme al Pd e con tutti coloro che – come prevede la piattaforma – si sentono parte dell’impresa collettiva di dare all’Italia una sinistra e una coalizione progressista in grado di sfidare la destra e governare il Paese anche nella prossima legislatura.

Questa scelta va precisata e dettagliata. Perché non sia un esercizio di stile, occorre che il confronto sia vero.

I TEMI DI CONFRONTO

Mi riferisco innanzitutto ai grandi temi sui quali concentreremo il nostro contributo. Temi che sono oggetto di studio e di analisi nella sinistra di tutta Europa e dai quali conseguentemente possono sgorgare le nostre proposte programmatiche.

Penso al ruolo dell’Europa dentro e oltre la pandemia, a quello dello Stato e del pubblico, all’idea di una nuova pianificazione democratica delle politiche economiche, alla centralità del lavoro (di qualità) e dei suoi diritti, al tema del divario retributivo di genere e a quello del salario minimo europeo, alla definizione di un sistema di welfare sempre più esteso e capace di rispondere alla richiesta di protezione che emerge prepotentemente dalla crisi sociale e sanitaria.

Penso alla centralità nuova e definitiva della transizione ecologica e alla necessaria attenzione verso politiche ambientali radicalmente in discontinuità rispetto al recente passato. Su ciascuno di questi temi – e molti altri – occorrerà andare in profondità, perché si tratta degli assi fondamentali di quella che in tutta Europa sembra delinearsi come la consapevolezza di una vera e propria rifondazione del pensiero e della pratica socialista: non un maquillage di quel che c’è ma un vero e proprio cambio di passo.

DISCUSSIONE PROGRAMMATICA

Mi riferisco tuttavia anche a un secondo terreno di confronto, che non è meno importante del primo, e che anzi è rispetto ad esso coerente e conseguente.

Se accettiamo – come è giusto fare – le Agorà democratiche come terreno per una discussione programmatica profonda, capace di guardare al futuro; se le prendiamo sul serio anche dal punto di vista del modello che propongono: un modello democratico, orizzontale, che rovescia la piramide e dà voce alle tante e ai tanti che sin qui hanno soltanto guardato da lontano alla politica della sinistra e ai suoi sviluppi; se, insomma, vogliamo contribuire per davvero alla fase nuova che si apre, occorre una cosa a fianco e, forse, prima delle altre.

Occorre il coraggio e la determinazione di affermare dentro quella discussione anche una proposta organizzativa, coerente con quel bisogno di unità, rinnovamento e radicalità che abbiamo detto di voler portare sul terreno programmatico.

LA PROPOSTA ORGANIZZATIVA

E qual è la proposta organizzativa? Io penso debba avere due gambe.

La prima è quella che anche Enrico Letta chiama il “campo largo”, cioè la coalizione: occorre la più larga unità tra le forze democratiche e progressiste, occorre che il Movimento Cinque Stelle sia coinvolto fino in fondo in questo percorso e che la leadership di Giuseppe Conte sia incoraggiata e sostenuta.

La seconda gamba siamo noi: ed è il bisogno impellente – lo affermo con umiltà ma anche con grande sincerità – non di rinnovare il Pd ma di rifondare, insieme, il soggetto politico della sinistra italiana. È questa la sfida nella quale occorre essere e sentirsi coinvolti. Un partito, una forza, che sia popolare, di governo, con un rapporto stretto con il mondo del lavoro e con lo sguardo teso verso un orizzonte diverso, un eco-socialismo democratico e innovativo, capace di affrontare le sfide del presente e del domani.

Il Pd è fondamentale in questo percorso. Non esiste questo percorso senza il Pd, senza la sua forza e le sue idee. Ma il Pd non è sufficiente, non basta. C’è bisogno – penso – del contributo di altre, di altri, e di una nuova – ponderata, consapevole – radicalità.

Pensiamoci. Discutiamone con coraggio e fiducia anche dentro le Agorà democratiche.