La scomparsa dei monoclonali

di Pierluigi Piccini

Da settimane, i monoclonali (qualche sprovveduto pare li abbia considerati una ripetizione dei più familiari monolocali), non campeggiano più su ogni mezzo di comunicazione. Annunciati come un rimedio complementare del vaccino anti-Covid19, furono oggetto, in piena campagna per le elezioni regionali, di una commessa da 100 milioni di euro che il ministro Speranza promise di persona a un’ignota (nello specifico settore) azienda toscana. Poi, per mesi e mesi tutti ne parlarono: perfino il dott. Vespa a Porta a Porta e Lilly Gruber a Otto e mezzo, senza contare gli innumerevoli annunci in prima pagina delle locali gazzette. Si capisce: con 100 milioni in ballo, la notizia fa gola…

C’è peraltro chi mormora che i costi di produzione (stimati tra 1.000 e 2.000 euro a dose) non compensino i limitati benefici accertati da serie sperimentazioni cliniche pubblicate su prestigiose riviste scientifiche. Come quelli ottenuti ad es. con i monoclonali della Ely Lilly, e noti al tempo della visita a Siena del ministro Speranza. Altri studi clinici ne hanno poi previsto l’uso per un segmento limitato di pazienti fragili e nelle primissime fasi della malattia.

Curiosa è anche la credenza che si è diffusa sulla novità dei monoclonali e la loro specificità senese.

Per la storia, non molto difficile da reperire, i monoclonali furono creature di Cesar Milstein, che, per la loro invenzione, meritò il Nobel 1975. Nei quarantacinque anni successivi i monoclonali (originariamente ottenuti da particolari cellule tumorali di topo) sono stati molto perfezionati fino a renderli utilizzabili, oltre che per la diagnostica, anche per la terapia umana. Grande merito l’hanno avuto le scoperte di sir Greg, che nel 2018, ha ottenuto il secondo Nobel sull’argomento. Da moltissimi anni Winter ha forti legami con Siena e il ministro Speranza avrebbe potuto sollecitarne il parere.

Per finire: è stata da poco annunciata da Merck l’imminente introduzione (questa volta in silenzio stampa locale) di un primo farmaco antivirale, cui seguiranno altri di quasi tutte le famigerate big Pharma. Un de profundis per i monoclonali orfani del Ministro Speranza; anche dei 100 milioni?

O quelli hanno già cambiato destinazione? Forse a favore dell’iniziativa ‘Life Science Park, annunciata al solito, in una campagna elettorale?