La colpa del Rosatellum».

 

Quando parlò con il premier Paolo Gentiloni, alla vigilia dell’approvazione della riforma elettorale, Giuliano Pisapia gli fece una previsione che oggi rischia di rivelarsi profetica. «Paolo, questa legge è un suicidio. Il centrosinistra andrà al massacro», gli confidò l’ex sindaco di Milano nonché leader meditabondo di Campo progressista. Sono passate poche settimane, e quel «massacro» minaccia di prendere corpo. E non solo perché Pisapia ha gettato la spugna. Il suo gruppo si è sgretolato e sta virando su Liberi e uguali, la formazione guidata da Pietro Grasso, il presidente del Senato. Anche Laura Boldrini, la terza carica dello Stato, è sempre più distante dal Pd. E il partito di Matteo Renzi si prepara a una corsa quasi solitaria e sempre più insidiosa.
Di questa involuzione, Pisapia è stato in parte protagonista, in parte vittima. E parlandogli si capisce quanto sia amareggiato. Quando pensa al 7 dicembre di un anno fa, ricorda quasi con stupore le persone che alla «prima» del teatro della Scala lo incoraggiavano, entusiaste. Aveva appena lanciato le «Officine delle Idee»: un’iniziativa culturale e un potenziale partito in embrione, con l’ambizione di ridurre le distanze tra le sinistre e di amalgamarle di nuovo. Ma non c’era stata ancora la scissione del Pd. Si parlava di una riforma elettorale nel segno del maggioritario. E pletore di «opinion maker» e di «padri nobili» della sinistra lo spingevano a procedere, a non fermarsi. Sembra passato un secolo politico da allora.

Mese dopo mese, Pisapia si è accorto che «pochi erano disposti a metterci la faccia». Dietro, la folla dei sostenitori eccellenti si assottigliava sempre di più. Ma soprattutto, la scissione di Mdp dal Pd ha radicalizzato le posizioni. Il progetto di una forza-cuscinetto in grado di attutire le tensioni e ricucire le ferite è diventato impraticabile. Di più, sospetto: quasi l’ex sindaco di Milano fosse una «quinta colonna» di Matteo Renzi nelle file di Pier Luigi Bersani e di Massimo D’Alema; oppure l’infiltrato di questi ultimi nel Pd. Gli odi profondi, personali tra i due spezzoni della sinistra sono stati più forti di qualunque tentativo di riavvicinamento.

E lui, Pisapia, anti leader per antonomasia, non abituato e refrattario a uno scontro fratricida a sinistra, alla fine si è ritrovato schiacciato. Lo sciame delle sinistre al suo seguito era troppo debole e diviso per diventare un partito. E la riforma elettorale gli ha dato il colpo di grazia. «La situazione era già messa male. La nostra iniziativa era nata per arginare i danni. Ma la riforma elettorale li aggrava. Non so quale logica abbia portato il centrosinistra a farla così. Potevano almeno inserire il voto disgiunto». L’epilogo si è consumato negli ultimi tre giorni, quando dentro Campo progressista è riaffiorata con prepotenza l’ostilità contro Renzi e il Pd.

Anche quanti nelle ultime settimane apparivano indecisi, di colpo si sono dimostrati contrari a quell’accordo.«Ha vinto l’antirenzismo», chiosa Pisapia. «C’era una diffidenza radicata verso il gruppo dirigente dem. Ma io avevo fiducia in Piero Fassino», il mediatore incaricato dal segretario di sondare i possibili alleati. La legge sullo ius soli messa in coda ai provvedimenti del governo è stata solo la foglia di fico per coprire il rifiuto di seguire Pisapia verso una lista alleata col Pd.

L’anima più radicale ha prevalso quando anche esponenti di peso come la presidente della Camera, Boldrini, hanno espresso per intero il loro scetticismo, «preoccupati dal tema del perimetro delle alleanze»: il timore di un futuro accordo tra il Pd renziano e Silvio Berlusconi. Per come si sono messe le cose, Pisapia comincia a pensare che anche dopo il voto le due sinistre continueranno «a combattersi e a non parlarsi, nonostante la spinta unitaria che ho riscontrato nel popolo del centrosinistra alle Feste dell’Unità. La scissione, quella gente non la voleva». Quanto a sé, «mi sono preso le botte, gli insulti. Ma ci ho provato fino all’ultimo», si assolve Pisapia. «Sento di avere la coscienza a posto».

 

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