Il sindaco e i rischi di una corsa solitaria senza un vero nemico.

di Nando Pagnoncelli

La lunga contrapposizione che ha visto scontrarsi Tosi e Salvini si è chiusa. Da un lato questa scelta, l’espulsione di un personaggio riconosciuto dal territorio e che ha ottenuto un lusinghiero risultato alle urne, rischia di creare difficoltà elettorali per la Lega Nord in Veneto, ma dall’altro segna una vittoria netta di una linea politica, quella di Salvini, confermandone il ruolo cardine nella Lega e rinsaldando intorno a sé anche il vecchio gruppo dirigente. Con questa mossa Salvini si libera (e lo fa platealmente) dell’unico competitor interno, capace, almeno per ragioni anagrafiche, di contenderne la leadership. E infine posiziona in maniera solida la nuova linea «nazionalista» della Lega. Ora rimane da capire quanto l’espulsione di Tosi possa nuocere alla candidatura di Zaia, se fino al punto da metterne in discussione la vittoria, sino a pochi giorni fa data per sicura. È indubbiamente troppo presto per pesare le forze dei diversi schieramenti e per valutare la consistenza di un’eventuale candidatura Tosi. Si possono però svolgere alcune riflessioni. La prima è forse banale ma va sempre sottolineata. Per quanto a livello nazionale, si sia delineato uno scenario tripolare (Pd, centrodestra, Grillo) in realtà a livello locale l’elettorato rimane sostanzialmente bipolarista. Vede cioè di buon occhio ed apprezza lo scontro tra due attori, su cui tende a concentrare i propri voti. Quindi l’eventuale presenza di Tosi parte svantaggiata. Ci sono due aspetti da considerare. Il primo aspetto: la contesa è stata molto personalizzata e incentrata sullo scontro Salvini-Tosi. Zaia ha avuto un ruolo secondario nel processo. Né Tosi ha messo sotto accusa il governatore e il suo operato. Il secondo aspetto, è che Zaia viene giudicato positivamente dall’elettorato e altrettanto positivamente viene valutato il suo lavoro di governo. In queste condizioni è difficile che l’elettore della Lega, per quanto possa stimare Tosi, si orienti a votarlo. Per una frattura così netta sembra mancare il nemico. Che è Salvini e non Zaia. Per queste ragioni sembra che la candidatura Tosi nasca debole. L’ultimo elemento potrebbe essere più politico e riguarda la sperimentazione della costruzione di una forza centrista e alternativa al classico bipolarismo. Si tratta di un’ipotesi debole che necessita di più tempo e di una maggiore solidità strategica per affermars i.