Il silenzio di Letta inquieta il Pd ma il caos M5S frena la corsa a Siena

Il segretario Valenti: “ Siamo fiduciosi”. Marcucci attacca: “ È buona educazione rispondere”
Mistero Letta. A tre settimane dalla richiesta formale del Pd senese di correre alle suppletive il segretario ancora non scioglie la riserva. Interpellato, il suo staff ribatte con un «nessuno sviluppo». E anche il Pd toscano brancola nel buio: « Se Enrico si candida a Siena? Boh, starà facendo le sue valutazioni» rispondono dirigenti e quadri. « Io sono fiducioso che accetti » , si sbilancia, unico, il segretario dei Dem senesi Andrea Valenti. E in effetti la convinzione diffusa è che Enrico Letta non possa dire no, non dopo una proposta ufficiale, non dopo che tutto il Pd toscano gli ha chiesto di candidarsi alla Camera nel collegio senese. Eppure nuovi dubbi affiorano e incombono sul percorso che porta il leader dem all’autunno. All’opportunità strategica e al rebus Mps si somma il caos grillino degli ultimi giorni, che complica eventuali alleanze. Il problema però è che adesso è nello stesso Pd toscano che sale la tensione: « Il Pd di Siena ha dato il via libera. E’ buona educazione rispondere alle proposte di candidatura, il segretario faccia sapere quel che vuole fare », manda a dire con toni acidi il senatore Andrea Marcucci, l’ex capogruppo di Palazzo Madama che proprio Letta appena sbarcato al Nazareno fece fuori. Base Riformista, la corrente di Luca Lotti, scalpita: « Il tema è Mps. Ma se non si candida fa una figura… » . La sinistra dem tiene botta speranzosa, terrorizzata da un rifiuto che esporrebbe il partito all’horror vacui di una candidatura alternativa: «Se Letta dicesse di sì sarebbe un’ottima notizia per la Toscana » osserva Valerio Fabiani. Lo psicodramma Pd di inizio estate è già servito. «Niente fretta, alla fine dice sì. Sta solo valutando lo scenario, Letta è un calcolatore » , analizzano tanti strateghi dem. Ma questi 21 giorni di attesa stanno facendo saltare riti e tattica. «Se dice no che piano B abbiamo?» ci si domanda nel Pd toscano. « Prima di lanciarsi deve costruire lo schema delle alleanze alle suppletive a Roma e alle amministrative. Il problema è che ora non si sa più chi comanderà nei 5 Stelle» si aggiunge. Le perplessità logistico- tattiche sull’opportunità di candidarsi alle suppletive quando da leader dovrà seguire in prima linea la mega tornata di amministrative non sembrano in effetti quelle determinanti per Letta. Pesa il rebus Mps, il fardello di doversi esprimere sul destino della banca senese che rischia lo spezzatino, con la possibilità nemmeno troppo remota di doversi mettere contro il premier Draghi. E ora sul segretario piomba l’onda d’urto dell’implosione grillina: l’ultima simulazione di Youtrend dà un’eventuale alleanza Dem- 5 Stelle al 46,3% con il centrodestra al 40,7%, ma alla luce della quasi scissione Grillo- Conte i dubbi del segretario su cosa resterà del consenso del Movimento in ottobre crescono. Tanto più che nei 5 Comuni aretini compresi nel collegio senese la destra va forte. E nemmeno Italia Viva ha ancora dato l’ok. Poi ci sono i dubbi di Letta sull’atteggiamento degli ex renziani toscani. Bel groviglio, proprio come usa a Siena. — e.f.
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