Il Pd senese «incorona» Enrico Letta ma aspetta ancora il suo sì

A.T.

 

Siena «Il segretario è il segretario». Gioco, partita e incontro. Enrico Letta , in realtà, la sfida elettorale per le elezioni suppletive non sa ancora se la vorrà giocare, ma il Pd di Siena ha già deciso. Andrea Valenti, il segretario provinciale, lo aveva detto a chiare lettere nei giorni scorsi, parlando «di una dialogo ben avviato», e ieri sera lo ha ribadito la direzione del partito. Il collegamento in via telematica non ha impedito ai partecipanti di dare il loro benestare all’ex premier, che come ha affermato uno di loro, pur volendo mantenere l’anonimato, «rappresenta una garanzia per il territorio». Valenti alla vigilia aveva illustrato un quadro temporale molto più di dilatato, «la nomina non avverrà stasera (ieri, ndr), perché serve un ragionamento», ma se non lo ha fatto formal-mente, lo ha fatto nella sostanza. D’altronde, come ha spiegato il militante, «dipende anche da come nasce una candidatura. La sua è voluta da noi». A differenza di quello che si poteva pensare, Letta non ha dovuto neanche scontare la «diffidenza» verso chi viene da fuori. Anzi, l’esperienza Padoan, di cui il segretario potrebbe prendere proprio il posto in Parlamento, ha innalzato l’apprezzamento nei suoi confronti. Se l’addio dell’ex ministro dell’Economia, e in parte anche la candidatura (vista la poco conoscenza del territorio), non era stato vissuto bene da una buona parte della base, per Letta non sono valse le stesse regole. «È un uomo differente — ha affermato qualche giorno fa Valenti —. Non è che Padoan non ascoltasse le nostre richieste, ma per il suo status, era più persona da temi alti. Invece, c’è anche bisogno delle piccole cose». Che gira e rigira sono gli stessi problemi che Siena si porta avanti da tempo. Quindi, una soluzione per Mps, che non sia lo «spezzatino», né lo smantellamento delle radici storiche con la città, un miglioramento delle infrastrutture e anche gli sulle aree interne. Chiusi quindi i conti dal versante senese, al di là delle formalità procedurali, sta a Letta la volontà di tirare o meno il rigore a porta vuota. In senso positivo, lo potrebbero confortare i sondaggi, che lo vedono in vantaggio sul sfidante del centrodestra, Tommaso Marrochesi Marzi. Ma per ora dal Nazareno tutto tace.

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