Il museo che ridisegna Trento.

È capitato qualche volta di tornare sui luoghi di nuove architetture dopo anni, in particolare di quelle di Renzo Piano, dal Beaubourg al Museo d’arte moderna di Chicago e, più recentemente, al Museo della Scienza di Trento. Nell’asfissia dell’urbanistica il gesto unico dell’archistar consapevole dei dintorni resta l’unica soddisfazione per la città ed è interessante verificare come queste strutture affrontino il tempo e quali cambiamenti portino nella zona. Passeggiando vicino al Museo di Trento si nota per esempio che il quartiere di uffici adiacente si è arricchito di locali e ristoranti, addirittura un sushi professionale pieno di giapponesi (in Trentino!) proprio di fronte a un negozio di prodotti tipici. Se gli esterni del polo museale restano intatti per quel che riguarda le numerose vetrate, classica firma di Piano, invece faticano le parti di cemento. Senza contare quanto esso stoni rispetto al verde, agli orti coltivati e al cinquecentesco Palazzo delle Albere lì vicino, dove fatica l’organizzazione di mostre all’altezza della cornice. L’area resta così uno splendido luogo dove portare i bambini in gita didattica tra prati, dinosauri e spazio. In centro, da non perdere il magnifico Castello del Buonconsiglio coi suoi giardini, la piazza principale dalle facciate dei palazzi affrescati e il Duomo, che nonostante il restauro continua a esprimere la sua unica grandiosità.
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La Stampa