Il caso dopo lo scontro con Salvini

Il parroco del presepe tra i rifiuti «Non è tempo di gesti moderati»

 

PERIGNANO (Casciana Terme Lari) I re magi arrivano davanti a una capannuccia vuota, ci sono solo il bue e l’asinello sopra un letto di paglia. Gesù bambino, la Madonna e San Giuseppe sono poco distanti, ma dentro un cassonetto, tra i rifiuti.

Nel transetto della chiesa di Santa Lucia, sono in molti che per Santo Stefano arrivano a Perignano a vedere il presepe dello scandalo. Don Armando Zappolini abbraccia i fedeli che lo sostengono, non sembra toccato dalle polemiche politiche: «Pensavo di aver visto tutto, roba da matti — ha commentato la vigilia di Natale il ministro dell’Interno Matteo Salvini — Forse, più che fare il sacerdote doveva mettersi in politica. Chissà se i parrocchiani sono contenti». «Da sempre ho una regola, rispondo solo alle persone che stimo — replica don Armando — Non posso rispondere a ogni cane che abbaia… Che abbai pure…».Il sacerdote, negli scorsi anni, aveva allestito il presepe nella carcassa di una Fiat Panda, per difendere i lavoratori di Termini Imerese, in un barcone di immigrati, in una tenda Tuareg, in un aereo militare per schierarsi contro l’acquisto degli F35, in una slot machine per denunciare il dramma del gioco d’azzardo.

«Ho a che fare ogni giorno con gli immigrati, con i poveri, frequento persone che la moderazione non se la possono più permettere. Non è tempo di equilibrismi». E spiega i motivi della sua scelta: «Papa Francesco parla di un’umanità scartata, buttata da una parte. E io sono con lui, perché il Vangelo è denuncia di ingiustizia. Tra sindaci con le ruspe che smontano i campi rom e non si preoccupano degli sfollati, barconi che affondano, centri d’accoglienza da cui gli stranieri vengono espulsi, voglio lanciare un segnare per dire che qui gli ultimi sono i benvenuti».

Così, sopra il presepe ha messo dei cartelli per citare i casi contestati, per essere più chiaro possibile: dalle ruspe di Cascina, ai bambini esclusi dalle mense scolastiche di Lodi, dai migranti cacciati dai centri d’accoglienza di Crotone, fino al bimbo autistico che a Modena ha festeggiato il compleanno da solo, senza i compagni di classe. Don Armando, che portò Madre Teresa di Calcutta a Perignano, intitolandole poi l’oratorio, e che manifestò al G8 di Genova, ieri mattina, durante la messa di Santo Stefano, ha letto ai fedeli un passo dal Vangelo di Giovanni: «Venne tra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto». Ma i fedeli come la vedono? «Sono parroco qui da 37 anni. I miei fedeli sanno come la penso. Se qualcuno la vede diversamente, è giusto che trovi la sua dimensione di Chiesa. Ma dopo tutti questi anni chi viene a messa a Perignano condivide il mio percorso. Che è quello del Vangelo».

Davanti alla chiesa arrivano i fedeli alla spicciolata. Anche dai paesi vicini. Due donne vengono dal Villaggio Piagge di Pontedera: «Don Armando, io non ce la faccio più, quando vado al parco e sento discorsi razzisti, anche da parte di cattolici, mi arrabbio, ormai succede tutti i giorni. Come si fa a venire a messa e sperare che affondino i barconi?». «Sui social spuntano di continuo notizie false, sul degrado di cui sarebbero colpevoli gli stranieri. È uno stillicidio. E tutti inneggiano alle ruspe». «Prima o poi anche le ruspe finiranno la benzina», scherza don Armando. «Sono venuta qui dopo che il mio prete alla messa di Natale ha detto: «Andate a vedere il presepe di Perignano. Lui ha il coraggio che forse io non ho…», dice un’altra signora arrivata da non lontano. Se tra i fedeli della parrocchia di Santa Lucia, solo una signora si schiera contro il presepe nel cassonetto («Mi garbano i presepi tradizionali»), in paese più d’uno eccepisce alla scelta del sacerdote: «Mi sembra una provocazione fatta per finire sotto i riflettori», dice un avventore del circolo Arci. Si parla poco di politica alla casa del popolo. E anche il giovane barista dice di non sapere molto della vicenda, ma sì, ammette, «il paese è spaccato». Sui social, molti condividono il post del sindaco di Cascina, Susanna Ceccardi, che scrive: «Secondo me, un prete che getta il bambino Gesù nella spazzatura e appende manifesti politici in Chiesa dovrebbe smettere di fare il parroco e iscriversi al partito della Boldrini». Di diverso avviso il sindaco di Casciana Terme Lari, Mirko Terreni, che si schiera dalla parte del suo prete: «I fedeli sono tutti con lui».

In soccorso di don Armando arriva il giovane vescovo di San Miniato, monsignor Andrea Migliavacca, che ieri era a San Miniato Basso a celebrare il presepe vivente: «Siamo tutti fratelli di umanità, fratelli di chi ha la pelle di colore diverso, di chi crede in un’altra religione». Sul caso di Perignano, il vescovo ha incontrato la deputata leghista Donatella Legnaioli, scandalizzata per la scelta di don Zappolini; il confronto tra i due non ha registrato toni pacati, Legnaioli infuriata ha deciso di interrompere l’incontro, il vescovo le ha rimandato indietro il dono che lei gli aveva portato. Poi monsignor Migliavacca si è affidato a un comunicato stampa: «Si ritiene corretto che il presepio consegni anche il messaggio evangelico che Gesù è nato in una mangiatoia, tra gli scarti e che anche oggi, proprio tra gli scarti forse, talvolta, viene collocato. E ancora è Natale».

 

Fonte: Corriere Fiorentino,https://corrierefiorentino.corriere.it/