«I piccoli Comuni più danneggiati e con meno poteri»

Borchi, sindaco di Vaglia: logica sbagliata, con la multiutility non avremo più voce in capitolo

Giulio Gori

 

È uno dei diciotto sindaci che hanno detto no all’aumento di tariffa da parte di Alia. Lui, l’ex Pd Leonardo Borchi, primo cittadino di Vaglia, dice che «è una battaglia persa, ma è l’ora che i cittadini siano consapevoli di cosa succede alle loro spalle. E il fatto che siamo in 18 vuol dire che finalmente qualcuno comincia a puntare i piedi».

Sindaco Borchi, perché ha votato no?

«Alia ha 51 milioni di euro di debiti, in parte per responsabilità non sue, dalla pandemia al crollo del mercato delle materie prime e riciclate, ma in parte per una gestione sbagliata: dall’inchiesta sul compost di Case Passerini, all’assenza di termovalorizzatori, fino alla carenza di discariche, tutte cose che comportano di doversi rivolgere a prezzi più alti ad altre regioni. Il bilancio che dovevamo approvare prevedeva un piano di 8 anni di aumenti di tariffa e non c’era altra soluzione che prendere o lasciare: mi sono chiesto se devo fare il sindaco dei miei cittadini o l’imprenditore, in quanto socio di Alia. E a questa commistione politico-economica ho detto di no, anche perché i cittadini hanno dovuto già digerire aumenti pesanti negli anni scorsi».

Ma in quanto soci voi sindaci non dovete pure farvi carico dei debiti?

«È proprio a questo gioco che è sbagliato giocare. Dicono che siamo un Paese liberista? Allora facciamo i liberisti e diamo la gestione dei rifiuti a un privato, fosse anche bulgaro, che si prenda la responsabilità della sua gestione. E noi torniamo alla politica. Ora si parla pure di quotare in Borsa società partecipate. E se la Borsa crolla, fallisce il Comune?».

È a favore del privato, quindi?

«No, tutt’altro, ma è comunque meglio dello scenario attuale: ad esempio sentiamo Nardella parlare di ripubblicizzazione dell’acqua e appoggiare la nascita di una multiutility, in cui dentro ci sono infinite scatole cinesi, una cosa che di pubblico non ha nulla. Parlare di acqua pubblica è un’impostura. In questo territorio c’è un comitato d’affari e il Partito democratico c’è dentro, è evidente».

È un’affermazione grave.

«Me ne assumo la responsabilità. Oltretutto in quella multiutility i piccoli Comuni non saranno direttamente rappresentati. Ci sarà una società a rappresentarli, che oltretutto provocherà un ulteriore e inutile aumento dei costi».

 

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