Palazzo Buontalenti sarà una delle sedi dell’Istituto Universitario Europeo che ci porterà la School of transnational Governance diretta dall’ex premier finlandese Alexander Stubb. Il primo lotto di lavori nell’ex Corte d’Appello sarà terminato entro la metà luglio, gli altri due nel 2027 e 2030
di Maria Cristina Carratù
È stata considerata un’istituzione tanto prestigiosa, e tanto capace di connettersi, con i suoi docenti, i suoi studenti, i suoi ricercatori, con i quattro angoli del globo, quanto lontana dalla città che la ospita. Fisicamente — confinata com’è stata, fino a oggi, in quella location di esclusiva bellezza che è la Badia Fiesolana — , ma anche dal punto di vista delle relazioni e degli scambi quotidiani, feriali, con il tessuto urbano di Firenze. In realtà, l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole (European University Institute, EUI), ente di studio e ricerca post- laurea finanziato dall’Unione europea, finalizzato allo sviluppo dell’apprendimento nel campo delle scienze umane in settori di particolare interesse per il presente e il futuro dell’Europa, e alla promozione di scambi culturali fra gli stati ( non solo europei), tutto è stato fuorché una turris eburnea, un’istituzione separata dal territorio, a cui ha invece assicurato, in tanti anni di presenza ( l’atto costitutivo risale al 1972, l’inaugurazione al ‘ 76), una intensa ricaduta in termini di iniziative e di partnership. Ma se il problema era che sembrasse “lontana” per via della distanza fra San Domenico e Firenze, d’ora in poi si può dire superato. Tempo qualche settimana, a metà luglio, finiti i lavori del lotto zero dei lavori di rifunzionalizzazione (gli altri due lotti saranno terminati nel 2027 e nel 2030, con un costo complessivo, a carico dello Stato italiano, di 50 milioni di euro), una nuova sede dell’Eui aprirà, da settembre, a Palazzo Buontalenti, via Cavour, cuore del centro storico. Immenso immobile di prestigio concesso dal Demanio alle Eui in comodato d’uso gratuito ( come le altre sedi della Badia Fiesolana, di Villa Schifanoia, di Villa Salviati, e di Villa Il Poggiolo), e di cui la consegna del lotto zero (100 mila metri cubi di volumi, 18 mila metri quadrati, più 3.300 all’aperto) sarà solo il primo passo. Ma già decisivo.
Ex sede del ministero delle Finanze dell’Italia unita, in tempi più recenti della Corte d’Appello, vuoto da quando gli uffici giudiziari sono stati trasferiti a Novoli, nel 2012, Palazzo Buontalenti nasce nel XVI secolo come Casino (o “ villa’’ di città, con giardini e piano nobile al pian terreno, anziché al primo come nei palazzi) di Francesco I de’ Medici, che ne affida la progettazione all’architetto di grido del momento, Bernardo Buontalenti. “Luogo di delizie’’, e insieme laboratorio in cui il Granduca coltiva la sua passione per le scienze e l’alchimia, verrà, lungo i secoli, ingrandito, modificato, deturpato, ridotto a caserma, dogana, magazzino, per fortuna senza nulla perdere del suo fascino architettonico, che i lavori di restauro e ristrutturazione stanno adesso riportando alla luce.
Ma a ridare vero slancio alla gigantesca operazione immobiliare sarà innanzitutto la nuova destinazione dell’ex Casino mediceo. Con ingresso dal numero civico 65 di via Cavour, il lotto zero ospiterà infatti, d’ora in poi, la sede della School of transnational Governance dell’Eui, un vero e proprio campus universitario con aule, ambienti di studio e di ricerca, uffici, sale per conferenze, spazi di socializzazione, cortili interni attrezzati a verde e servizi vari ( compreso un campo di basket). Non sarà, insomma, solo un restauro e un recupero funzionale, quello che sta per avverarsi in questo prezioso compound della città storica, come spiega Alexander Stubb — finlandese, già parlamentare europeo e primo ministro, ministro delle finanze, degli esteri, del commercio della Finlandia — , dal 2020 direttore della STG, che attraverso seminari, training brevi, fellowships, e un master di due anni, offre a studenti, ricercatori, professionisti, membri della pubblica amministrazione, esponenti politici e della società civile, « gli strumenti per affrontare con il più alto livello di preparazione il governo delle grandi sfide che attendono il mondo » , dal clima ai mercati globali, ai digital media, dalla open society, alle migrazioni, «che nessuno Stato, e neppure l’Europa, possono affrontare da soli » . Con la novità del programma Young African Leaders, « che offrirà una formazione di competenze e professionalità ai futuri leader dei paesi del continente africano » . Fra iscritti al master del 2020 e nuovi iscritti, la STG conterà, a settembre, circa ottanta studenti, fra 30 e 50 membri dello staff, fellows, docenti, mentre, a lavori ultimati, Palazzo Buontalenti ospiterà 300 master students e 100 fellows.
Un think thank dalle formidabili potenzialità dal punto di vista non soltanto della specifica mission formativa dell’Istituto Universitario Europeo, ma anche del suo rapporto con la città: «Questa nostra nuova sede sarà uno spazio di lavoro aperto sia ai nostri ricercatori e ai nostri docenti, che a tutti i fiorentini » , sottolinea il direttore della STG. « Come già in passato, quando in palazzo Buontalenti si produceva la più alta cultura del tempo, così la ricerca che si farà in questi spazi diventerà qualcosa che appartiene a tutta la città » , diventando un motore di cultura in senso lato. Come sarà evidente anche per via della inedita “ porosità” dei nuovi ambienti con l’esterno, con il via vai della vita urbana, sottolineata dal nuovo percorso pedonale che consentirà di attraversare l’intera area da via Cavour a via San Gallo. Anziché, insomma, come immenso immobile fortezza, come è stato per tanto tempo, Palazzo Buontalenti, ospitando spazi aperti anche alla frequentazione pubblica, si proporrà «come crocevia di incontri, un ambiente suggestivo dove si potrà incontrarsi, osservare da vicino l’attività dei ricercatori, sedersi al caffè interno, rilassarsi nel verde del giardino recuperato davanti all’antico Casino, visitare mostre, partecipare a incontri » , facendo diventare un luogo di formazione « parte essenziale della vita di Firenze».
E già il colpo d’occhio sui locali del lotto zero in via di ultimazione racconta parecchio di questa decisiva conversione del Palazzo: studenti, ricercatori, docenti, staff interno, avranno a disposizione uffici condivisi ( in stanze chiamate con i nomi di alcuni grandi fiorentini, da Leonardo da Vinci a Niccolò Machiavelli) e open space, ambienti per social working, con divani, tavoli, pareti vetrate, terrazze, quattro strepitose sale affrescate per seminari, eventi e meeting, una sala di registrazione, godendo, qua e là, di eleganti inserti del passato — le vecchie balaustre in ghisa lavorata, le vetrate a piombo con le loro decorazioni, i soffitti a cassettoni. Un concept del tutto nuovo dell’ambiente lavorativo, spiega Stubb, in cui « senza dimenticare le radici e i valori europei, il legame col passato e il “ profumo” della grande cultura fiorentina e italiana, si lavora in un’ottica transnazionale e proiettata sui grandi problemi globali dell’oggi e del domani ». Con un posto d’onore riservato ai 20 nuovi iscritti ( selezionati su 2mila domande) del programma di fellowship Young African Leaders, per i quali si prevedono, fra le varie attività, training in vari uffici della pubblica amministrazione (regionale), con un particolare focus sulle pratiche di gestione del Recovery Plan. «Un progetto di portata storica di cui andiamo orgogliosi » , dice il direttore della STG, «e che sappiamo sostenuto dall’amministrazione pubblica, consapevole della necessità, per Firenze, di coniugare identità e modernizzazione » . Un progetto che con l’inaugurazione del lotto zero si avvia a diventare realtà, mentre con i lavori per gli altri due lotti consegneranno alla città anche una grande foresteria, uffici, servizi. Fra le curiosità dell’immenso palazzo che si potranno di nuovo ammirare, l’enorme sala un tempo utilizzata per le udienze della Corte d’Appello, con la gabbia per i detenuti su un lato, che diventerà una sala conferenze.
Oggi ancora impregnata dell’atmosfera greve dei processi, ma dove, dice Stubb, saranno lasciate al loro posto la scritta-ammonimento sul fondo (La legge è uguale per tutti), e le balaustre che separavano il pubblico: perché, spiega il direttore di STG, «spazi così carichi di storia è giusto che mantengano tracce del loro passato, anche quando diventano tutta un’altra cosa».