Didattica online, le nuove regole Il prof interrogherà dalla classe

di Corrado Zunino
ROMA — La rinnegata Didattica a distanza, che ha salvato la scuola con il Covid allo zenit e lasciato buchi larghi come cicatrici nella preparazione degli studenti, torna al centro della scena. Sarà decisiva, soprattutto nelle scuole superiori, dove i presidi continuano a misurare, fettuccia in mano, gli spazi a disposizione per provare a tenere tutti gli studenti in classe.
Martedì sera, ai sindacati critici sul ritorno delle lezioni digitali, la ministra Lucia Azzolina ha fatto inviare le dieci pagine di Linee guida per la didattica digitale integrata che rapidamente il suo ministero aveva allestito. Per ora non ci sono certezze sugli organici maggiorati, ieri il Mi ha solo ricordato che per la ripartenza scolastica è stato stanziato un miliardo in più per docenti e personale amministrativo. Gli uffici del Dipartimento, attraverso la direttrice per gli ordinamenti scolastici Maria Palermo, si sono tutelati costruendo il perimetro entro il quale si svolgerà, in tutti i cicli scolastici, la Didattica a distanza.
Sono Linee guida, acquisite da Repubblica , dettagliate: prevedono che agli alunni che non potranno stare in aula dovrà essere garantita «una combinazione adeguata di attività in modalità sincrona e asincrona ». Significa che, a seconda delle possibilità tecnologiche della singola scuola, ogni istituto deciderà come schierare gli studenti nei confronti della lezione: tendenzialmente si formeranno due gruppi e il primo sarà 5-6 giorni a scuola mentre l’altro 5-6 giorni a casa, la settimana successiva il contrario. I docenti dovranno, quindi, consentire a chi è a casa di seguire in diretta quello che si produce in classe o di riceverlo, successivamente, in streaming.
Se la Dad diventerà l’unica possibilità di apprendimento — a causa di un nuovo lockdown — ci sono già le quote orarie minime di lezione a distanza da erogare. Queste: «almeno 20 ore di attività sincrona settimanale » per ogni gruppo alle scuole superiori, «almeno 15 ore» per le primarie e «almeno 10 ore» per le prime classi delle stesse elementari. Anche l’infanzia avrà una quota online, seppur limitata a videochiamate e videoconferenze. Non ci sono, in questa bozza inviata ai sindacati, indicazioni per le scuole medie.
Il ministero, a fronte di una Didattica a distanza che non è presente sul contratto di lavoro, e ricordando un periodo marzo-giugno basato sul volontariato docente, con queste Linee guida prova a dare norme attraverso le quali i dirigenti scolastici potranno costruire gli orari degli insegnanti e scegliere di «compattare », per esempio, due materie diverse nel corso della lezione.
Viene rivisto, così, l’orario della lezione stessa che, per un gruppo a distanza, scende a 45 minuti: bisogna consentire «le giuste pause». I voti via schermo avranno lo stesso valore di quelli in presenza. Uno studente a cui tocchi la settimana a casa, potrà essere interrogato «in sincrono » dalla docente in aula. Il ministero si preoccupa, tra l’altro, che le attività non obblighino le famiglie all’acquisto di stampanti.
Le superiori avranno Dad massiccia, presumibilmente nel corso di tutto il prossimo anno. Il ministero lo certifica chiedendo a questi istituti di dotarsi di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. Partirà una nuova rilevazione per comprendere qual è la “dotazione device” degli studenti e, questa volta, «in via residuale», un computer potrà essere dato anche ai docenti precari. Cambia la didattica, con l’allargarsi dell’impegno digitale. Sarà più stringata. I collegi docenti dovranno rimodulare le architetture individuando «i contenuti essenziali delle discipline» per consentire agli alunni lontani «autonomia e responsabilità ». Per gli studenti più fragili si possono immaginare «percorsi di istruzione domiciliare». E la formazione dei docenti si rinnova: corsi di Informatica e metodologie all’avanguardia.
La rapidità con cui il ministero dell’Istruzione produce e lancia linee guida ha spiazzato i sindacati, che ieri avrebbero dovuto incontrare i dirigenti del Mi sulla questione organico. Non avendo ottenuto rassicurazioni sul numero di docenti che saranno immessi nelle scuole, i confederali non si sono presentati alla seconda discussione sulla Dad.
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