De Mossi: “Il gruppo armeno ha presentato il piano industriale più solido e serio”

Acn Siena, Bellandi: “Tutto va ridimensionato a una società di serie D”

“Gli impegni presi con l’amministrazione sono stati rispettati – afferma Bellandi – ma per certe cose dobbiamo tornare sul pianeta Terra”

“La priorità andava ovviamente alla squadra, quindi fino al 5 di Ottobre non c’è stato modo di ottemperare a contratti differenti da quelli relativi allo staff tecnico, medico e calciatori – spiega Bellandi – Sono emerse alcune discrasie tra quello che era il budget previsto, superiore a 2 milioni di euro, e alcune richieste che vanno corrette, non solo dell’addetto stampa: sono infatti in corso altre operazioni per riportare sul pianeta terra alcune richieste uscite dall’orbita”.

“Siena è una città che arriva da due fallimenti consecutivi – continua – Certe dinamiche passate da De Luca, Mezzaroma, la Durio andrebbero abbandonate. Sulla squadra è stata spesa una cifra importante, perché il passaggio in serie C deve essere scontato, è l’obiettivo indiscusso: non esiste una scusante al non andare in serie C“.

Ad emergere nelle ultime ore sono stati anche alcuni dubbi riguardo al settore giovanile, per il quale la società si era espressa in maniera importante.

“La verità è che l’impegno con l’amministrazione comunale era quello di ricontattare tutti i 180 ragazzi che lo scorso anno facevano parte del settore giovanile e la riassunzione del personale, certamente sovradimensionato per una società di serie D, tutti impegni ottemperati – spiega ancora Bellandi – Non era scritto da nessuna parte che si dovessero fare 10 squadre con un impegno di tecnici che è da società di serie A“.

“I tecnici sono importanti, figure che rappresentano tra l’altro una pagina importante della storia della società, però forse siamo andati un po’ oltre. Argilli è una figura molto competente, l’unico secondo me di cui non si può fare a meno, come altri bravi tecnici come Radice. Questa è un’azienda che non deve ripercorrere temi del passato, che ci portano ogni 4/5 a fallimenti o cessioni del titolo sportivo”.

A monte del problema, secondo Bellandi, c’è quella cultura alla quale Siena, anche nella sua parte sportiva, si è abituata negli anni:

“Il Monte dei Paschi non c’è più, non svolge quel ruolo assistenziale che ci consentiva prima di vivere da signori, è rimasta però quella cultura – spiega l’advisor nel passaggio della società bianconera – Purtroppo le risorse per sostenere tante iniziative non le troviamo non solo a Siena, ma in Italia. Chi arriva, anche se ha i soldi, già ha una cultura diversa, difficilmente comparabile alla nostra, e in più i conti li sa fare, quelli sono uguali in tutto il mondo, noi invece viviamo ancora in questa cultura ovattata”.

 

De Mossi: “Il gruppo armeno ha presentato il piano industriale più solido e serio”

Il commento del sindaco alle numerose proposte pervenute, 11 in totale: “Tanti pretendenti? Siena attira, basta guardarsi intorno”

Il gruppo armeno vince la corsa e si aggiudica la guida del futuro della Robur: nasce l’ACN Siena 1904. A margine degli annunci ufficiali, ecco le parole del sindaco Luigi De Mossi, che ha preso la  complessa decisione di assegnare il titolo sportivo dopo lunghe riflessioni. Le proposte totali sono state 11.

“Ieri nel corso degli incontri con gli aspiranti investitori – ha detto ai cronisti – avevamo chiesto una serie di garanzie: i soldi per l’iscrizione, un piano industriale quadriennale, garanzie per i dipendenti del Siena, il settore giovanile, il rispetto della tradizione e dei tifosi, e chiesto tutta una serie di garanzie anche sullo stadio. Il piano industriale di Siena Noah – nome e colori saranno rispettati – è strutturato e serio con prospettive di sviluppo per la città e i tifosi, così abbiamo deciso di dare la chanche a questo gruppo armeno. I rappresentanti mi paiono persone assolutamente serie. Tutti i pretendenti hanno dimostrato capacità economica, il piano industriale del gruppo armeno ha fatto la differenza, le sfide come ho già detto si vincono nei consigli di amministrazione. Io spero vada tutto bene e che i tifosi abbiano soddisfazione, la città deve stare a un certo livello”.

Tanti i candidati, segno che il brand Siena piace sempre: “All’inizio erano in 7, poi 4, i progetti finali rimasti in corsa 2, quello di Fedeli e degli armeni. La piazza di Siena attira? Basta guardarsi intorno, noi spesso non siamo nemmeno consapevoli” sottolinea con orgoglio il primo cittadino.

La fine della Robur Siena guidata da Anna Durio: “C’è stato un corto circuito – commenta De Mossi – è anche vero che ci hanno messo tanti soldi, va detto, chi è andato via lo ha fatto spendendo. Il tema è come sono stati spesi. C’è stata grande preoccupazione per quello che è successo, il calcio è un settore complesso”.

La chiosa sulla gestione del campo di allenamento dell’Acquacalda: “Dovremo trattare col Siena Nord”.