Da Boldini a Isgrò, viaggio nella grande pittura del Novecento

Domani apre la nuova esposizione di Tornabuoni Arte
di Gaia Rau
Un faccia a faccia con la grande pittura del Novecento, dalla Belle Époque di Giovanni Boldini alla cancellatura di Emilio Isgrò, in un momento in cui musei e spazi espositivi pubblici restano inaccessibili a causa dell’emergenza sanitaria. Lo offre Tornabuoni Arte, dove domani inaugura “ Antologia 2021. Arte moderna e contemporanea”, nuovo allestimento che presenterà, per i prossimi dodici mesi, un’accurata selezione di opere frutto della ricerca condotta dalla galleria nel corso dell’ultimo anno. Un’opportunità per i collezionisti, ma anche per il grande pubblico che, nel rispetto delle norme anti contagio, potrà visitare una vera e propria mostra capace di ripercorrere i momenti più significativi della storia dell’arte del secolo breve. Accompagnata da una pubblicazione a cura di Sonia Zampini, l’esposizione, che da sabato 12 avrà anche una sezione nella sede milanese di via Fatebenefratelli, prende le mosse dal clima di fine Ottocento con la “ Galleria degli Specchi” dipinta da Boldini a Versailles durante il suo periodo parigino. A raccontare la prima parte del diciannovesimo secolo è invece una carrellata di lavori che portano le firme di maestri italiani come Balla, Carrà, Casorati, de Chirico, De Pisis, Guttuso, Marini, Rosai, Savinio, Sironi, Soffici, Tozzi, Viani, oltre a una splendida natura morta del 1930 di Giorgio Morandi, fra le più rappresentative della poetica dell’artista bolognese. Ancora, un Picasso del 1922, il “ Tasse et paquet de tabac”, a segnare l’avvento di una rivoluzione che travolgerà in maniera irreversibile il linguaggio della figurazione pittorica. La mostra prosegue poi con opere dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, partendo dall’italiana Carla Accardi per attraversare lo spazialismo di Lucio Fontana — presente con un “ Concetto spaziale” del 1955, Alberto Burri con una “ Combustione” del 1960, due grandi tele di Hans Hartung del 1962 e il disegno preparatorio di “Running Fence” di Christo e Jeanne-Claude, fra i progetti di land art più famosi del duo, una recinzione continua di quaranta chilometri realizzata nel 1976 nella campagna californiana. Ancora, il surrealismo di Mirò e Matta, l’arte povera di Celant, Boetti, Kounellis, Pascali, Pistoletto e Zorio, la pop art di Warhol ( con il “ Portrait of Bronka Weintraub” del 1986 e altri ritratti seriali), senza dimenticare molti altri nomi nostrani come Baj, Calzolari, Ceroli, Dadamaino, De Maria, Pomodoro, Rotella, Scheggi, Schifano. Infine, fra le opere più recenti, il “ Libro rosso per la Divina Commedia” ( 2018) e “ Oristano” ( 2010) di Isgrò. L’esposizione sarà visibile per tutto il 2021 nella sede di lungarno Cellini 3 a ingresso libero, dal lunedì al venerdì in orario 9-13 e 15-19 e il sabato dalle 9 alle 13.
Firenze – la Repubblicafirenze.repubblica.it