Centrodestra diviso ai comizi. Slitta la cena, poi c’è il brindisi ma rimangono le tensioni.

Catania Hanno fatto a gara a chi si sarebbe seduto a tavola per ultimo. E, alla fine, la cena degli equivoci nel centrodestra si è protratta oltre la mezzanotte e la tensione è rimasta sui volti dei partecipanti al banchetto di chiusura della campagna elettorale siciliana che ha segnato una giornata articolata in tre comizi separati di Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

L’appuntamento a tavola – per dare un’idea di unità dopo mille punture di spillo sugli «impresentabili» messi in lista, sulla demonizzazione dei grillini e sulla squadra di ministri in caso di vittoria del centrodestra – era per le 20.45 alla trattoria del «Cavaliere» nel centro di Catania. Ma via via che passavano i minuti il segretario della Lega ha iniziato a giocare al «gatto con il topo» con il Cavaliere di Arcore che pure aveva appena ufficializzato, nel suo comizio alle «Ciminiere», l’appuntamento a cena con gli alleati. «Ci vado ma solo per prendere un caffé», ha detto Salvini verso le 21.30 quando ancora gironzolava tra i tavolini dei bar di piazza Bellini e qualcuno gli aveva spifferato che a tavola avrebbe trovato proprio quelli che lui ritiene «impresentabili». A quel punto Giorgia Meloni, con un certo stile, si è piazzata davanti all’ingresso della trattoria e ha atteso pazientemente l’arrivo di Berlusconi che intanto intratteneva in albergo 200 giovani di Forza Italia con un occhio rivolto alla sua mega intervista in onda al Costanzo Show.

La situazione – e a quel punto nessuno aveva ancora cenato – si è sbloccata alle 23.15 quando l’imponente corteo di auto del leader di Forza Italia si è fatto anticipare da un ululato di sirene. Il cavaliere è entrato dal «Cavaliere» scuro in volto, non si è neanche voltato davanti alle telecamere. Dieci minuti dopo, si è palesato nel vicolo, anche Matteo Salvini che ha indugiato con le dichiarazioni prima di prendere posto alla tavola alla quale erano già seduti Berlusconi, Meloni, il candidato governatore Nello Musumeci, il segretario dell‘Udc Lorenzo Cesa e Vittorio che in Sicilia potrebbe fare l’assessore alla Cultura. Nella sala c’è stato un abbraccio tra Berlusconi e Salvini (non si vedevano da un anno) e lì c’è stato anche un brindisi con la torta guarnita con le immagini dei partecipanti al banchetto: anche Salvini, secondo lo staff di Forza Italia, alla fine sarebbe andato ben oltre il caffè accettando di assaggiare le pietanze a base di pesce: «Abbiamo parlato soprattutto del Milan che dà preoccupazioni a tutti e due», ha detto Salvini quando è uscito in strada per fumare una sigaretta. La cena è andata avanti fino all’1 di notte ma davanti a tante persone i tre leader del centrodestra non hanno certo approfondito i temi strategici della loro alleanza di governo, ora a Palermo e presto anche a Roma.

Il mattatore della giornata – mentre Salvini e Meloni chiedevano impegni precisi sul programma per la giunta siciliana – è stato comunque Berlusconi che ha tenuto un affollatissimo comizio alle «Ciminiere» durante il quale ha promesso di tutto a una paletta osannante: «Tasse ridotte per i siciliani emigrati che tornano sull’isola», «voli scontati per i siciliani che vanno e tornano dal continente», «un casinò a Taormina», «il ponte sullo Stretto». E altro ancora. Salvini invece sul Ponte aveva mostrato qualche dubbio: «Non è una priorità, meglio fare prima le altre infrastrutture». E mentre il Cavaliere parlava ancora della futura squadra di ministri del centrodestra, Meloni ha ricordato che con «Berlusconi non si è mai parlato di squadra di governo».

Insomma ben prima che iniziasse il balletto degli orari intorno alla cena degli equivoci i tre leader del centrodestra (lo staff di Musumeci ha intanto comunicato di essere avanti di alcuni punti rispetto ai grillini) avevano iniziato con le punture di spillo.

Fonte: Corriere della sera, www.corriere.it/